Salve a tutti!
Oggi è la Santissima Pasqua e quindi auguro a tutti una buona Pasqua. Come però potrete intuire dal bellissimo titolo (che mi è costato lunghi pensieri per la verità) oggi non si parla di misteri della religione ma bensì si parla del sordido, del depravato, dello sconcio, del voluttuoso, del debosciato, di tutto ciò che va contro la morale pubblica e privata. Non mi riferisco certo ai Bunga Bunga di un ben noto loschissimo ometto di bassissima statura, nè agli scandali fotografici riguardanti noti personaggi internazionali, oggi vi parlo di vergogne tali da far rabbrividire tutti questi individui messi insieme!
Facciamo un passo indietro. Un paio di mesi fa scopro una piccola irritazione in area pubica. Non entriamo in dettagli diagnostici, sono davvero irrilevanti ai fini di questa storiella. L’irritazione non prude, non fa assolutamente nulla, sta solo lì e non passa. Dopo qualche giorno, vedendo che non c’è alcun miglioramento, nonostante ancora non pruda nè nulla decido di andare dal medico, giusto perchè non si sa mai.
Mi reco quindi alla solita clinica qua vicino, dove il dottor Chennesò (non si chiama così ma ha un cognome simile!) mi visita per pochi secondi e poi mi guarda inorridito, allontanandosi in maniera simile all’esorcista: “Ma questa è una malattia venerea! Lei deve assolutamente andare in questa clinica per la salute sessuale!”. Il tono era degno del miglior Ponzio Pilato, misto a un certo disprezzo che trasmetteva senza pudore tutto il suo schifo per la mia evidente e ovvia depravazione assoluta.
Io, che nel frattempo ancora non so che cosa ho e mi ritrovo rimbalzato a un’altra clinica, chiedo innocentemente: “Mi scusi, caro Dottor Chennesò, ma è grave? Che cos’è?”. La sua risposta è lapidaria: “Ah io questo non lo so, lei vada a questa clinica e glielo diranno lì, ma vada immediatamente, eh!”. Vengo quindi cortesemente e gentilmente accompagnato fuori con un foglietto in mano con delle ipotesi diagnostiche del tutto indecifrabili (la calligrafia assurda è una caratteristica professionale) e un numero di telefono. Vi confesso, a quel punto mi sono preoccupato abbastanza.
Sfodero il fidato BlackBerry, supero la mia idiosincrasia per le telefonate e decido quindi di buttarmi: chiamiamo un po’ questa clinica. Le cose si mettono bene, la clinica offre un servizio pienamente bilingue tramite risponditore automatico, peccato che quando finalmente arrivo al menu per parlare con un operatore, mi viene segnalato un qualche tipo di errore e la telefonata cade. Ci riprovo altre due volte, ma non serve a niente. Fantastico.
Consulto quindi il sito di questa clinica dove mi stanno mandando. La home page ti accoglie con una serie di informazioni veramente rilassanti tipo: “Sei sieropositivo? Ecco le nostre cure!” e “Epatite? Non ti preoccupare non è più mortale* come una volta!”. In che razza di posto mi stanno mandando? Io pensavo di avere bisogno di un dermatologo e invece mi spediscono in un posto in cui ci va gente che ha l’AIDS. Qui le cose cominciano a prendere una brutta piega.
Dato che non riesco a comunicare con la clinica, decido di andarci di persona, è in centro, vicino a una stazione della metropolitana, quindi mi armo di pazienza e ci vado. La sala d’attesa è piena di gente, vengo messo ad aspettare poichè le iscrizioni per le visite d’urgenza della mattina sono terminate.
Mentre attendo il nervosismo cresce, è pieno di simpatici opuscoli tipo “Sieropositivo? Non è più la fine del mondo!” e altre amenità similari. Un po’ cresce la paranoia, un po’ mi si rafforza l’assurdità della situazione, ben conscio di avere sempre preso ogni precauzione.
Non attendo a lungo ma nessuno può visitarmi, devo tornare la settimana successiva, su appuntamento.
La settimana passa in maniera un po’ allucinante. Ancora non so che cosa ho e sono stato spedito in una clinica per gente con malattie incurabili terrificanti.
Mi arriva un suggerimento riguardante una possibile infestazione di pidocchi. Mi pare assurdo che non abbia alcun prurito, ma sia pure, proviamo anche questa. Passo due giorni nel caos più totale, la casa sottosopra, pulita da cima a fondo per cercare di sconfiggere questi pidocchi fantasma, dormo per due giorni nel divano letto per “decontaminare” il mio letto, mi spalmo permetrina su tutto il corpo, seguo tutte le indicazioni in maniera pedissequa ma come mi aspettavo, nessun miglioramento.
La domenica prima di andare finalmente a questo benedetto appuntamento riesco finalmente a formulare una ipotesi diagnostica che quadra coi sintomi e che mi permette di decifrare una delle righe illeggibili del foglio del medico: accidenti, quadra!
Senza stare a scendere in dettagli, si tratta di una cretinata ultrabenigna che tipicamente si prendono i bambini e che si può trasmettere con qualsiasi contatto quotidiano in maniera pressochè casuale. Alla faccia della “malattia venerea”. Razionalmente, penso “mavaffa”, però da bravo ansioso mi faccio comunque un sacco di paranoie.
Vado finalmente dal medico che mi visita. Questo finalmente mi spiega che il Dottor Chennesò forse è stato un po’ “troppo zelante”: è effettivamente una cretinata assoluta! O quella che pensavo io, o un’altra simile, il dottore pensa questa seconda.
Fiu, sollievo. La terapia consiste nell’eradicazione dell’irritazione tramite crioterapia, ovvero con una bomboletta piena di azoto liquido a -196 °C ti raffreddano l’irritazione, bruciandola via. Una sciocchezza, sensazione strana ma finisce lì.
Dato che ci siamo, facciamo anche gli esami del sangue, giusto per essere proprio proprio sicuri (paranoia, eh?).
Passano tre settimane. Nonostante le paranoie più irrazionali, non ho ovviamente assolutamente nulla (che poi, come diamine mi sarei dovuto prendere qualcosa? misteri degli ansiosi come me) ed è anche risultato che la mia diagnosi era corretta.
Tsè, malattia venerea dei miei stivali, mamifacciailsantissimopiacere.
Dott. Chennesò 0 – Ninja 1.
😀