Archive for febbraio 2008

GOTCHA!

febbraio 26, 2008

E’ passato qualche giorno dall’ultimo post a causa di alcuni problemi di allergia (dannati detersivi norvegesi) e di connessione (tutto il mondo è paese), ma finalmente torno a scrivere.

Celebro in questo post il 4° capitolo della serie Gyakuten Saiban, Apollo Justice Ace Attorney. In questa bellissima serie, originariamente per Gameboy Advance ora per NintendoDS, si vestono i panni di un avvocato difensore all’interno di uno spietato sistema giudiziario. Tutti i processi devono completarsi nell’arco massimo di tre giorni e tutti gli imputati vengono arrestati con presunzione di colpevolezza. E’ quindi compito della difesa, ovvero il giocatore, scagionare il proprio cliente.

In questo quarto capitolo non si usa più l’eroe delle prime serie, ovvero Phoenix Wright, bensì un giovane avvocato in erba, Apollo Justice. Nessuno tema perchè Phoenix ha un ruolo anche in questa versione del gioco :D.

Il gameplay presenta alcune innovazioni rispetto ai precedenti capitoli. E’ stata aggiunta infatti una fase in cui si rivivono a rallentatore i movimenti di un teste per percepire esattamente in che momento sta mentendo o sta raccontando qualcosa di cui non è sicuro. Sono state inoltre aggiunte sequenze scientifiche come la rivelazione di impronte (non certo nuova alla serie, ma prima era presente come un unicum) e la ricostruzione in 3D dei luoghi del delitto. Sono stati rimossi invece gli Psyche-lock, che effettivamente non avrebbero avuto granchè senso, nonchè la possibilità di presentare come prove per i propri casi i profili personali dei personaggi coinvolti in un delitto.

Tirando le somme, ho aspettato Apollo Justice per un bel po’ e non mi sta deludendo. Lo stile della serie è sempre lo stesso, grande tensione quando necessario, battute di spirito nei momenti appropriati. La presenza poi del riconoscimento vocale permette a tutti di sentirsi grandi avvocati in aula. Provatelo almeno una volta, premete Y e urlate a squarciagola “MATTA!”, è assai divertente :D.

 Trailer ufficiale del gioco:

Sito in cui è possibile costruire le proprie arringhe: http://objection.mrdictionary.net.

Salve, vorrei un tavolo.

febbraio 19, 2008

Dopo avere preso accordi con il marito della mia “straordinaria” padrona di casa, oggi lascio il lavoro una volta tanto all’orario giusto (17,45) e sfruttando la polivalenza dell’abbonamento mensile (puoi prendere anche i treni veri e propri da stazione a stazione, purchè urbana) arrivo in Oslo Sentralstasjon con ampio anticipo per prendere l’autobus per IKEA Slepander. Rapido pasto da Burger King (mi spiace ma McDonald’s resta “meglio”) e dopo un’attesa di soli 30 minuti al freddo a causa del ritardo della navetta in cui festeggio la mia prima conversazione in norvegese finalmente prendo la navetta e arrivo a Slepander, l’IKEA nella zona chic di Oslo in cui all’arrivo viene percosso da roboanti minchie svedesi (le Slepp-ander appunto).

L’altra volta ero stato a IKEA Furuset, quello nella zona sfigata di Oslo: devo dire che era identico a quello di Bologna. Identico davvero. Quello di Slepander a parte i giochi di parole è davvero molto bello. E’ grande, ma non troppo, ci sono meno persone, la roba è disposta meglio e la zona mercato che è l’unica che ha senso visitare è direttamente accesibile da molte parti e senza troppi sbattimenti, permettendo tra l’altro agili passaggi tra la zona esposizione e la zona pickup. Felice di essere finalmente all’IKEA (vabbè felice, diciamo non mortalmente annoiato), sbatto la giacca nel fantascientifico locker con pin code customizzato a 4 cifre (che può vedere chiunque e che permette a un qualsiasi ladro smaliziato di svaligiare tutti i locker), mi metto l’iPod con le Morning Musume e via a fare shopping.

Non sto a dilungarmi sulla roba che ho preso e sui conti che ho fatto perchè tanto giustamente non gliene frega niente a nessuno e a me quei blog lagnosissimi con la lista della spesa degli avvenimenti quotidiani fa scendere il latte alle ginocchia.

Nella zona kjøkken (cucina) però trovo un bel tavolo che voglio mettere nella sala da pranzo. Si lo so, la sezione è cucina, però il modo che ha l’IKEA di disporre i mobili è chiaramente strampalato: voglio quel tavolo. Ebbene, il mio mistico tavolo è accatastato in 4 colori diversi: due sono disponibili, gli altri due richiedono di contattare il personale. Non sono sicuro della traduzione dei colori perciò sarà il caso di contattare una delle tante passerone che lavorano all’IKEA.

C’è un punto informazioni a pochi passi dalla pila di tavoli, ma non c’è nessuno. Aspetto un po’ e arriva una trippona che mi informa che nonostante quel punto informazioni sia a tre metri (3) dai tavoli, quei tavoli sono da cucina e quindi bisogna parlare con il punto informazioni cucina che si trova lì :indica una zona con un nugolo assurdo di persone:.

Bene, mi armo di santa pazienza e vado al punto informazioni indicato per scoprire che si tratta di uno di quei malefici punti in cui hai i computer a disposizione e ti puoi immaginare la tua casa riempita di schifoso ciarpame di pessima qualità targato IKEA. Ci sono tantissimi assistenti IKEA ma sono tutti impegnati a mostrare a degli spastici come si usa un mouse in modo da essere maggiormente efficaci nella selezione di ciarpame IKEA quindi non mi possono aiutare. Ci sono tre persone al punto informazioni vero e proprio ma su tale punto torreggia una scritta mortale: “ASSISTENZA VENDITE” (ci ho messo alcuni minuti per tradurre correttamente questo).

Oggi per non so quale motivo dodici milioni di norvegesi (che neanche esistono, ma alcuni sono tornati più volte) hanno deciso di rinnovare la loro cucina. Quaranta minuti, quaranta dannatissimi minuti ho dovuto aspettare per poter finalmente parlare con qualcuno per avere un dannatissimo tavolo.

I minuti passano, sto puntando un tizio che è chiaramente il prossimo assistente che si deve liberare. Mi guarda beffardo, ha capito che mi stanno girando le palle VORTICOSAMENTE, ha capito che al contrario di tutta sta massa di pirla che pensa che comprare una cucina IKEA sia un’affare, a me serve qualche cagata tipo “Posso mettere il cane in una lavatrice IKEA” oppure “Scusate avete dei tergiminchie automatici?”, mi guarda, mi fa segno che tra pochissimo qualcuno mi aiuterà, ma intanto ridacchia.

Ridacchia perchè… si libera il suo collega! E’ il momento, non posso permettere a un norvegese di infilarsi nella fila (devo dire che non lo fanno ma se oggi qualcuno ci avesse provato lo aggredivo a colpi di politica italiana). Il collega che avevo puntato ridacchia.

“Salve, parla inglese?”

“Si certo.”

“Fantastico. Puoi aiutarmi con un tavolo?”

“Veramente è lei che ti può aiutare coi tavoli.” Mi indica la sua collega a fianco. La collega effettivamente non è sotto un enorme cartello “ASSISTENZA VENDITE” ma è vicino a un computerino blu tipico dei punti informazione. Peccato che anche da lei sono andati tutti quelli che avevano bisogno dell’assistenza vendite, quindi non prendermi per il culo caro il mio Odd Eric o come cacchio ti chiami.

“Senti, è QUARANTA minuti che aspetto di parlare con qualcuno per un fottutissimo tavolo, okay che non è una cucina ma voglio il mio tavolo!”

“Okay okay, finisco sta carta e arrivo”

“Okay”

“Ho capito! Finisco sta carta e arrivo” <— Mah?

Riesco finalmente ad avere i dati del mio tavolo per scoprire che devo andarlo a prendere in un magazzino abbandonato a 2 km da Slepander. Vabbè, mi vengono a prendere con la macchina, direi che ce la si fa.

Ormai sono le 21, ora dell’appuntamento con il padrone di casa, devo fare in fretta! Mi brucio tutta la zona mercato, tanto il pattume già l’avevo comprato durante la prima spedizione. Mi fiondo alla zona pickup dei mobili per prendere le mie sedie e il tavolo da cucina. Mi girano ancora un po’ le balle ma la simpatica Hannah mi aiuta a prendere i mobili dai posti più improbabili e mi conferma che purtroppo le sedie che voglio non sono in stock nè qui nè a Furuset e non si sa quando arriveranno. Seccatura.

Pago, il cassiere è un ragazzino arabo di nome Adib che alla domanda “Scusa parli inglese?” mi risponde stizzito “Certo, cosa credi??”. Finalmente mi vengono a prendere, ci perdiamo nelle campagne fuori Oslo cercando il magazzino IKEA (padrone di casa: “Eh, io mi perdo sempre in questa zona, lol”, ah se ti perdi tu siamo a posto guarda) ma verso le 22 sono a casa con tutto il mio ciarpame.

Già la vedo grigia, qua bisogna montare tutto. Pensavo di farmi prestare gli strumenti ma qui avviene il miracolo. Il mio padrone di casa, “un farm boy” come si definisce lui, sa fare tutto! Monta cucine, tavoli, astronavi, aeroplani, bombe atomiche, tutto quanto, in pochi minuti e senza fare casini. E’ incredibile, sembra un bambino con dei pezzi di Lego che ha già montato decine di volte: sa cosa mettere e dove. In un’ora scarsa abbiamo montato tutto in maniera solida e senza pasticci.

 Che sollievo…

I saluti di oggi a Irene e alla sua carne di renna secca. Mi informerò quanto prima.

Fiducia malriposta

febbraio 14, 2008

E’ il momento di altre imperdibili risate. Scusate se questo post arriva un po’ in ritardo ma ho avuto alcuni problemi medici di lieve entità di cui però testè vi parlerò.

Tutto è cominciato due giorni fa quando il sottoscritto in vena a non so quale ingenua e fanciullesca voglia di fidarsi del prossimo decide di chiedere al proprio capogruppo, che per motivi di privacy chiameremo Ermenegildo, un consiglio culinario innocentissimo.

“Ermenegildo, qual è il migliore hamburger tra quelli che possiamo ordinare durante la scroccocena?”

“Questo qui :indica il menu:. E’ saporito e te lo portano in un bun (NdNinja: la pagnotta dell’hamburger si chiama bun) buonissimo e per me il bun è molto importante.”

E io come un pirla lo ordino. Mi viene propinato un hamburger condito con l’onnipresente salsa da hamburger norvegese. Fin qui nulla di male. Dentro l’hamburger un sacco di insalata (ottimo), una fetta di formaggio (okay), una sensata quantità di cipolla (vaaaa bene) e tre (3) pezzettini di peperone verde.

I dolori arrivano appena addentato il peperone verde. I pezzi sono piccolissimi, microscopici, ma sono MORTALI, di una piccantezza infinita, tale da devastarmi la bocca. Se a questo aggiungiamo l’abbondante schifosa salsa da hamburger, il bacon FRITTO FREDDO (che ho chiaramente tolto) e il bun quadrato mezzo bruciato e neanche tanto caldo abbiamo un quadro ottimo di questo “delizioso hamburger”.

Ora, Ermenegildo è una persona molto competente, lavora in Funcom da molto tempo ed è una persona seria e affidabile. Ci si può scherzare, si lavora bene ed è una persona pacata che cerca sempre situazioni pulite, precise, ben strutturate. Insomma è un ottimo collega. Certo si veste come Cloud in Final Fantasy Advent Children, ma non è che la cosa mi cambi la vita (okay diciamolo, si veste come un dark che vuole vestirsi da pirla). Insomma nulla di male in Ermenegildo tranne una sola cosa.

Ermenegildo è inglese.

Qualcuno mi può spiegare secondo quale imbecille raziocinio sono andato a chiedere un consiglio a un INGLESE su qualcosa da mangiare??? Ma sono diventato cretino tutto d’un tratto??? Evidentemente si.

E’ ovvia la reazione fisica a questo mortale panino, sono stato malissimo. Per quello e per un altro piccolo problema medico mi sono quindi dovuto armare di pazienza e volontà: è ora di andare in farmacia (Apothek). Fortunatamente ne abbiamo una qui a Skøyen, vicino al McDonald’s ufficiale dell’azienda.

E’ una esperienza bellissima entrare in una Apothek norvegese. Vieni accolto da belle dottoresse che come prima cosa ti offrono prodotti per la pelle. Di fronte al tuo rifiuto ti offrono ogni sorta di crema per il contorno occhi, rigeneranti per la pelle e ogni altra sorta di cosmetico per donne. Chiarito che non ho nessuna intenzione di comprare dei cosmetici che costituiscono circa il 70% dei prodotti esposti nella farmacia, chiedo dell’Omeprazolo di qualsiasi tipo o dosaggio, scoprendo come mi aspettavo che ovviamente richiede la ricetta. Okay, non è un problema, ne ho a casa, userò la scorta privata. E’ il momento di chiedere una cosa che non ho, ovvero un antisettico topico usato in tutto l’universo: il Betadine, ovvero lo iodopovidone.

Ebbene, la norvegia pare che sia l’unico paese dell’universo che non usa lo iodopovidone, mi chiedo con cosa disinfettino in sala operatoria, forse col salmone marinato o la skinka. A fronte di una richiesta di antisettico topico mi offrono in sequenza: una pomata antibatterica fatta con la pennicillina, un equivalente del lasonil, una pomata contro i funghi cutanei e una pomata al cortisone. Tutte cose utilissime, evidentemente in Norvegia nessuno ha bisogno di disinfettanti generici.

Torno in ufficio deluso dalla farmacia più sguarnita del mondo per assistere al riscatto di Ermenegildo. Ebbene il semprevalido Ermenegildo ha avuto bisogno del Betadine anche lui e andando con una sua amica norvegese in farmacia ha scoperto che effettivamente il Betadine qui non esiste o quasi (alla farmacia mi hanno detto addirittura “Si ce lo avevamo però ci sono stati dei problemi di produzione e quindi è difficile avere lo iodio”, no comment): usano un preparato basato sul cloro.

Chi li capisce è bravo.

Strani sospetti

febbraio 9, 2008

Abbiamo una nuova star in azienda, è arrivata da poco ma è già popolare, è Gesualda, la nuova assistente dell’ufficio risorse umane. E’ inutile dirvi che chiaramente Gesualda non è il suo vero nome ma facciamo che lo sia. Gesualda è norvegese di madre inglese, perfettamente bilingue (tant’è vero che all’inizio pensavo fosse un’amica di Jo o qualcosa del genere) e per dirla come va detta, è una grossa passerona norvegese. Bionda, occhi verdi, molto bella.

Ora, sei una bella ragazza norvegese. Dovevi essere promossa a capo ufficio personale di una grande rete di palestre di Oslo. Invece scegli di venire a lavorare in una grande compagnia che produce videogiochi.

Le società di videogiochi sono società strane e atipiche in un cui eserciti di nerd lavorano 8-20 ore al giorno per produrre giochi a cui poi giocheranno altri nerd. Il tipico nerd ha un successo con le donne praticamente inesistente (anche perchè non è che ne incontri molte, le donne nerd sono poche, quelle belle sono creature leggendarie quindi chiaramente il cerchio si restringe) quindi che cosa succede se tu butti una bella biondona in un ambiente del genere?

Ma è semplicissimo, c’è l’effetto che io chiamo “miele per mosche”, ovvero hai frotte di nerd che ronzano intorno alla nuova tipa davvero interessante.

Ebbene, fortunatamente Gesualda mi ha preso in simpatia, ci facciamo un sacco di risate, pranziamo assieme, parliamo di strani dessert inglesi che si chiamano “Spotted Dick” (è come se avessimo un piatto tipico che si chiama davvero “Minchia Fritta”) e indovinate un po’?

Scopro che nessuno si fila la povera Gesualda. Ma nessuno.

Allora, il norvegese che ignora Gesualda lo capisco. In Norvegia la biondona, diciamolo, figa la trovi ovunque. E le trovi anche meglio di Gesualda, intendiamoci bene. Solo che l’esercito sterminato di non norvegesi che quindi hanno qualche problema in più con la fauna locale, perchè non viene minimamente stimolato dalla bella Gesualda che tra l’altro è pure socievole e muore dalla voglia di conoscerti?

A pranzo non sono riuscito a trovare una risposta a questa domanda. Ma questa sera, durante il venerdi dedicato alla birra aziendale, ho osservato un curioso fenomeno. Radunati tutti quanti nella stanza del motion capture, eravamo in tanti sparsi nella stanza. C’erano i due divanetti in un angolo, e un sacco di sedie disposte più o meno in cerchio. Ebbene c’era UN tizio che parlava con Gesualda. Tutti gli altri, rigorosamente maschi, che parlavano tra di loro.

Molti li conosco, so che quello lì è sposato, lui ha la tipa, lui pure, lui è libero ma boh… C’è qualcosa che non va seriamente.

E qual è l’unica risposta possibile che poi ha trovato conferma in candide ammissioni?

“Miii, èssemplice, al norveggese ci piace ‘a minchiazza.”

Vieni anche tu in Norvegia: l’abbuffata è statisticamente conveniente!

Delikatessen.

febbraio 7, 2008

Parliamo un altro po’ della Norvegia va, che se ricomincio a parlare di politica italiana mi girano.

Ho scoperto di avere uno dei più grandi ipermercati di Oslo proprio dietro casa, il CC Vest, un colosso immenso di non so quante centinaia di metri quadri. Si trova veramente di tutto, come ad esempio øst, skinka, salmone, skinka e talvolta anche delle schifezze indiane. Non hanno neanche la salsa di soia della Kikkoman, come un pirla ho comprato una generica salsa tailandese (che non è manco male) quando mi sarebbe bastato comprare la mitica Kikkoman all’ICA dietro casa… Uffa.

All’interno del CC Vest abbiamo anche una eccellente mall all’americana dotata di ufficio postale, un Sony BRAVIA Center (da cui mi comprerò il TV secondo me) e il negozio “Deli Exotica”. Quest’ultimo merita una speciale attenzione. All’interno di questo negozio carino e ben curato, dagl interni in legno stile casa country, si trovano eccezionali delizie gastronomiche provenienti da tutto il mondo come… la mortadella!

Ebbene si, la mortadella! Di ultima categoria, marca sconosciuta ed etichetta in simil italiano (sospetta provenienza cinese?). Neanche i norvegesi si comprano una delizia del genere a soli 21 euro l’etto e di certo non spreco soldi per assaggiarla. Rimarrà un mistero irrisolto suppongo :).

Saluti di oggi a Flavio che prende in mano la sua vita e parte per la Mitteleuropa e a Chiara che prende la sua vita e la getta a Sperdutoville, Connecticut. Ripensaci :(.

Leggenda leggendaria

febbraio 2, 2008

Proprio ieri ho scoperto che uno dei miei colleghi è una figura leggendaria dell’industria dell’intrattenimento. Ha lavorato per società blasonatissime come la Origin, partecipando alla produzione di titoli rilevantissimi com la serie Ultima (anche se non mi è mai piaciuta, tanto di cappello) e Wing Commander. Un vero pezzo grosso, una leggenda vivente.

Quand’è che subentra la delusione in questi casi? Quando la leggenda vivente comincia a inanellare una serie di errori imbarazzanti. Il seguente dialogo è realmente successo, tuttavia è stato alterato con argute metafore equivalenti e tradotto in italiano mentre l’originale era ovviamente in inglese e conteneva ogni sorta di riferimento di cui ovviamente non posso parlare sul blog. Il mio collega non si chiama Franco ma trovo che Franco sia un nome buffo.

Io: “Ciao Franco, quel bug dell’apriscatole l’hai sistemato?”

Franco la Leggenda:”No, non riesco a riprodurlo.”

“Ti ho scritto l’elenco delle cose da fare, ti ho lasciato un appunto prima.”

“Non si riesce a riprodurlo, devi scrivere i passi in maniera più chiara.”

“Uhm… Okay, scusa, ci riguardo.” – Passo 5 minuti a riscrivere la lista delle cose da fare: 1. “Prendere una lattina” 2. “Applicare l’apriscatole al bordo” 3. “Ruotare la manovella dell’apriscatole”.

“Non si capisce cosa devo fare. Vieni tu per favore.”

“… Okay.”

“Vedi, non si riesce a riprodurlo, non ci sono lattine nella dispensa, ci sono solo scatole di pasta.”

“Franco, stai usando il magazzino di Metà Gegnaio, devi usare Metà Gennaio.”

“Oh, già, è sbagliato. Stavo ascoltando l’iPod mentre ho scritto quell’ordine dal magazzino.”

“Bene, allora segui le istruzioni, chiama se c’è bisogno.”

— Altri 5 minuti —

“Non riesco a combinare niente.”

“Franco, ma stai seguendo le istruzioni?”

“Si.”

“Vediamo…”

“Ecco vedi, il magazzino è giusto, Febraio che è l’ultimo disponibile.”

“Franco, si scrive Febbraio.”

“Eh allora scrivilo tu l’ordine dal magazzino se sei tanto bravo!” — Passa stizzito la tastiera a me —

Mentre correggo Febbraio, Franco apre www.dissionario.it che ovviamente è un sito truffa e si lamenta perchè non riesce a trovare come si scrive “Febraio”.

“Franco, hai sbagliato sito, è dizionario.it.”

“Oh già… Ah ma guarda si scrive Febbraio, hai ragione.”

“…”

“?”

“Non importa Franco. Adesso fai le prove, torno dopo.”

— Altri 5 minuti —

“Effettivamente non funziona. Mi metto su quel bug.” (Venerdi ore 18.30)

Due sono le mie ipotesi. La prima è che effettivamente gli americani siano davvero pietosi nello spelling della propria lingua. Franco però non è mica tanto giovane, mi aspetto che la sua lingua la sappia. L’altra ipotesi è che sia uno dei rarissimi dislessici in lettura. Questo spiegherebbe i continui errori con la tastiera e il grande stupore di fronte allo spelling scritto, probabilmente il suo cervello pensa che quello spelling sia giusto.

In entrambi i casi, mitico Franco che mi fixa il bug dell’apriscatole :D.

Contrabbando!

febbraio 1, 2008

Eccomi qui tornato in Norvegia dopo una breve capatina in Italia per burocrazia varia…

La notizia di oggi è: Lode lode lode all’aeroporto di Amsterdam, Schiphol! (http://www.schiphol.nl/). In questo fantastico aeroporto si trovano tanti bei negozi economici e ben gestiti in cui il personale parla inglese (salve Gen. De Gaulle), è molto cortese e disponibile (salve Gen. De Gaulle) e soprattutto ci sono sconti davvero rilevanti. Per festeggiare alcuni gioiosi eventi mi sono procurato una fiammante PS3 (una delle quattro rimaste, poi dicono che non vende) con un lievissimo sconto di 70 euro rispetto all’italia e di soli 169 rispetto alla norvegia.

Non ero per la verità granchè sicuro che in dogana non mi avrebbero fatto storie, anzi a dirla tutta sono abbastanza sicuro che avrei dovuto dichiararla perchè è nuova con tanto di ricevuta e garanzia valida a livello mondiale (ve l’ho detto che Amsterdam Schiphol è uno degli aeroporti più belli della Terra? e ne ho visti tanti eh). La prima preoccupazione che mi è venuta è stata dove infilare questo grosso pacchettone giallo con il vistoso logo See Buy Fly di Schiphol. Fortunatamente sono stato previdente, sapevo di volare su un Boeing 737-400, è enorme, figurati se non ha scompartimenti adeguati.

E infatti li aveva. L’altra preoccupazione, ben più grande, era di essere già bardato all’inverosimile e quindi facilmente soggetto a controlli. Tra valigia eccedente il peso concesso (26 Kg), borsa del portatile, zaino, pacchettone misterioso giallo enorme, ero decisamente sospetto.

Tutto il mondo è paese pare, perchè alle 11.30 di sera il personale della dogana di Oslo era già ampiamente abbioccato su morbidi cuscini di filetto di salmone. Ho preso le mie cose e con naturalezza sono uscito senza che nessuno mi dicesse niente. Missione compiuta, ho importato una PS3 in barba ai ladrpardoncommercianti locali che te la vendono a 500 euro!

Flavor di oggi: Flag Bikinis!