Salve a tutti,
Oggi invece di parlare delle solite sciocchezze tiriamo un po’ in ballo il Belpaese che di recente ha mostrato sorprendenti segnali di rinvigorimento democratico.
Mi riferisco ovviamente alle ben note vicende referendarie e all’interessante esito delle elezioni amministrative che ha visto il sig. B. insieme alla sua cricca di squallidi gregari incassare sconfitte a destra e a manca. Nonostante ritenga quella del sig. B. null’altro che una dittatura P2ista mascherata da stato repubblicano, non voglio passare il resto del post a vomitare tutto il mio disprezzo o a esternare la mia effervescente gioia per gli ultimi avvenimenti.
Rifletto invece su che cosa abbia portato un certo cambiamento. Innanzitutto, partiamo da un dato importante, finora il centrodestra non è mai andato particolarmente bene alle amministrative ed è normale, per banali principi di alternanza democratica, che si crei una certa insofferenza verso il governo corrente e quindi chi è “contro” si mobiliti in maniera più forte di chi è “pro”. A controbilanciare questo fenomeno però è l’astensionismo che è in forte crescita a livello globale nelle società occidentali e che senz’altro in Italia è diventato un fattore non trascurabile.
Fatte queste premesse però, anche accettando che ci sia sempre un naturale movimento di “rigetto” della situazione corrente, quella del centrodestra alle amministrative è stata una cocente batosta, per quanto mi riguarda dato emblematico di questo è il solenne proclama del sig. S. B. che annuncia di voler raggiungere circa sessantamila preferenze (non ricordo il numero esatto) a Milano: ne raccoglierà meno della metà, segnale secondo me importante di forte disillusione dell’elettorato.
Ecco quindi il primo fattore che identifico: S.B. si è insinuato nello scenario politico italiano in un momento di vuoto assoluto. Le precedenti forze erano state sostanzialmente cancellate da Mani Pulite, c’erano forze populiste (come la Lega Nord e mi sento di aggiungere i nostalgici missini) , disorganizzate e senz’altro di poco appeal per l’uomo moderato “che non vuole votare per i comunisti”. Cavalcando quest’onda e sfruttando questo varco, S.B. ha costruito una avventura politica basata sullo sfruttamento delle paure più abiette, come appunto quella del comunismo, delle tasse, della rovina economica, dei magistrati golpisti, degli immigrati criminali, promettendo al contrario prosperità economica, il celeberrimo “Meno tasse per tutti”, ampissime riforme e sostanzialmente la realizzazione di un liberismo quasi da manuale nella sua semplicità.
La grande cavalcata comincia nel 1994, i primi tentativi sono un po’ zoppicanti, come normale, ma grazie anche alla completa inettitudine delle forze progressiste (che di progressista cosa abbiano in realtà non si sa, ma lasciamo loro pure la denominazione) raggiunge ben presto la stabilità. Escludendo la parentesi europea del Governo Prodi, sono approssimativamente diciassette anni che S.B. porta avanti il suo sogno liberista. Questo sogno, si è avverato in qualche misura? Ignoriamo per un momento lo scandalo delle leggi ad personam, fenomeno che rende il nostro Paese ridicolo in tutto il mondo. I nostri governanti, che cosa ci hanno lasciato in questi ultimi diciassette anni?
E’ una domanda piuttosto difficile. Siamo entrati nell’Euro. Abbiamo una nuova legge antifumo (ricezione di direttiva europea). Abbiamo la patente a punti (altra direttiva europea). E’ stato riformato il codice della strada qui e lì. Mah, non è che siano questi gran risultati. La disoccupazione è sostanzialmente ancora lì, la grande criminalità è stata ridotta (come ci si poteva attendere), le tasse sono alla fin fine sempre molto alte, specie per il livello di servizi estremamente disomonogeo distribuito sul territorio nazionale. Anche questi, non sono di certo dei grandi risultati.
Insomma, se io fossi un elettore di S.B. non sarei proprio contento del modo in cui sta prendendo forma il suo sogno. Dove sono le riforme? Si sono perse in una marea di discussioni metapolitiche su come tamponare la tal emergenza giudiziaria di S.B. o su come proteggere la tal persona dagli assalti dei media/magistrati/nemici comunisti oppure su come arginare l’ennesimo scandalo su prostitute/festini/bugie/insulti.
Quest’ultimo punto credo che tra l’altro abbia contribuito a minare la credibilità del sig. S.B. e a smontare il sogno. Un vecchio di settanta e rotti anni noleggia una prostituta marocchina e quando questa viene arrestata per un furtarello la fa uscire con atto d’autorità abusivo (le questure non dipendono certo dal presidente del consiglio, uno che ha così tanti 30 dovrebbe saperlo) per poi affidarla a un’altra prostituta. Non continuo con la storia ridicola perchè è talmente piena di contraddizioni da fare ridere. Gli faccio però i complimenti, era probabilmente difficile combinare un casino peggiore per alienarsi completamente l’elettorato cattolico.
Parliamo poi degli insulti, altro errore marchiano, provocato forse da una perdita di serenità dovuta immagino alla coda di paglia. Più e più volte, negli anni, il sig. S.B. si è sentito in diritto di insultare in maniera semplice e diretta coloro che non votano per lui. E’ notissimo come questo tipicamente sposti il voto dei tanti indecisi! D’altra parte se uno mi dicesse, “Ehi tu stronzo, vota per me se no sei un coglione!”, ma caspita lo voterei immediatamente!
Per queste elezioni amministrative, credo che tutti questi fattori abbiano giocato: disillusione, alienazione dell’elettorato cattolico, una pessima campagna di comunicazione. Chi semina vento raccoglie tempesta, ecco quindi che arriva la prima batosta.
Arriva ben presto il secondo ceffone, il referendum. Grazie a quel disgraziato di Pannella e agli squinternati che lo seguono, questo strumento di democrazia diretta è stato completamente delegittimato fino a diventare un inutile fastidio. La propaganda prezzolata ha fatto il resto del lavoro, con tanto di inviti ad andare al mare e campagne di disinformazione ben strutturate per scoraggiare il voto.
Ma questa volta è stato diverso. Che cosa è cambiato? Sono tante le cause. Senz’altro quelle citate sopra, che si sono consolidate in uno scollamento di S.B. rispetto al suo “pubblico”: non imbambola più come prima. Sono sicuro che in una certa misura ancora lo faccia, ma non più quanto prima. Troppi scandali, troppe bugie, troppa insofferenza. Inoltre, questa volta non c’è stata una intrusione papale a favorire una diserzione e quello volenti o nolenti conta moltissimo. Ma per finire, questa volta si è scatenata una belva che nessuno può controllare: Internet.
Questa volta, in maniera incredibile, sullo stile delle ribellioni in area araba, si è risvegliato un sostrato politico fortissimo favorito dai social network, dai blog e in generale da questo mezzo di comunicazione di massa che per sua natura non può essere bloccato a meno di non essere un paese esplicitamente dittatoriale. Un ciarlatano come Beppe Grillo non è altro che un parolaio che parla di baggianate tutto il tempo, arrogante come pochi, si sente in diritto di offendere tutto e tutti in virtù di chissà quale morale superiore. Trovo i suoi discorsi populisti, sciocchi, pieni di stupidaggini mischiate a catastrofismo e qualche ingenua intuizione politica.
Per nostra fortuna, i movimenti che sono nati in seguito alla sua sgraziata iniziativa politica sono evoluti e non gli danno alla fin fine molto ascolto, fanno ciò che a questo punto è opportuno fare, sfruttano il suo nome solo per darsi visibilità, ma fortunatamente non seguono il maestro alla lettera (v. indicazioni di voto per Milano).
Riconosco però a Grillo la forte spinta politica che ha dato a Internet, ha mostrato che da Internet possono arrivare forze politiche rilevanti ed è questo quello che credo che sia successo durante questo referendum: Internet si è mossa, ha fatto emergere l’informazione che era stata oscurata e questo ha creato un momento oserei dire perfino revanchista: cari mentecatti, non ci stiamo più, noi vi abbiamo eletto, noi ci sbarazziamo di voi.
E’ quindi sancita la fine della drammatica esperienza P2ista di S.B.? Ne dubito, ma credo che siamo sulla buona strada per un risveglio democratico del Paese. Mi chiedo purtroppo, con grandissima amarezza, chi può prendere le redini di questo Paese. Al momento, non c’è nessuno che mi dia fiducia.
Saluti di oggi a Zombie (brutto maledetto, sei tornato, vattene via di nuovo) e a Fanz.