Archive for luglio 2013

Lo chiamavano Zibù

luglio 25, 2013

Salve a tutti!

Oggi condivido con voi qualcosa di incredibilmente banale ma che mi ha colpito per un semplice motivo: ormai pensavo di capirlo, il quebecois!

Tutto comincia due settimane fa quando comincio a lavorare nel mio nuovo team. Ebbene si, non lavoro più con assassini, acrobati, lanciatori di coltelli e spingitori di cavalieri, bensì con hacker impazziti, il grande fratello e i telefoni intelligenti più furbi del mondo. Spero che abbiate capito di che titolo si tratti, perchè non è rilevante per la storiella odierna.

Arrivo nel nuovo team di venerdi pomeriggio e per evitare di scioccare il gruppo presentando un nuovo misterioso manager di cui nessuno sa nulla e che senz’altro è un pazzo scatenato, mi faccio silenziosamente spiegare chi sono i vari membri.

Rimango impressionato dalla varietà della squadra e dalla grandissima passione di questi programmatori che credono profondamente in quello che fanno e che dimostrano con grande dedizione di voler fare un ottimo lavoro. Ci tengo a precisare che, una volta tanto, non c’è alcuna ironia in quello che dico: sono rimasto davvero sbalordito dalla tempra di queste persone.

La squadra è piuttosto variegata, abbiamo alcune combinazioni assolutamente classiche della industry come Britannico + Occhiaie + Puzza di piedi oppure Ammerigano + Bodybuilder + Nonc’èproblema, ma ci distinguiamo per la presenza di una combo incredibilmente rara, qualcosa che ha dell’incredibile: Donna + Cinese + Ottimo Inglese + Programmatore. Si tratta di una creatura rarissima, pressochè leggendaria, alla pari di Italiano + Politico + Onesto + Competente.

Meravigliato da cotanta magnificenza, decido quindi di farmi spiegare dal manager di turno quali sono i nomi di questi straordinari individui. Cominciamo quindi ad aggirarci tra le scrivanie bisbigliando per non disturbare nessuno, raggiungendo prima di tutti il bodybuilder ‘mmerigano: il mitico Gargiulo (i nomi come al solito, sono tutti inventati di sana pianta). Simpatico, dall’aspetto massiccio, come tutti i ‘mmerigani per lui niente è un problema, un po’ di ottimismo e olio di gomito risolvono qualsiasi problema.

Accanto a lui siede un signore francese dall’aspetto distinto, una sorta di clone del commissario Montalbano che però non parla in dialetto. Al contrario parla un francese incredibilmente standard e poichè finirà per sedermi accanto, sarà meglio non irritarlo. Scoprirò più tardi che, come me, è un grandissimo fan del comico marocchino, naturalizzato francese, Gad Elmaleh. Se non lo conoscete e parlate francese, cercatelo su YouTube e fatevi quattro risate.

Subito di seguito si trova la programmatrice cinese Mimì, di città impronunciabile (qualcosa che suona tipo Chiuniuioniauiananug nella provincia di Guinguonuaaaauong). E’ particolarmente minuta quindi quando si mette accanto a Gargiulo l’effetto è abbastanza comico. Lui è enorme, lei è uno scricciolo. Se lui si sbaglia, le si potrebbe sedere sopra senza accorgersene.

L’uomo che segue si rivelerà l’eroe del gruppo, colui che può risolvere qualsiasi problema ma che lavora una quantità di tempo del tutto malsana: il mitico Franchino. Franchino non solo ci può portare in un posto eccezionale che conosce solo lui, ma ci grazia anche coi suoi effulvi caseari: è talmente bravo che lo graziamo volentieri.

Per ultimo, abbiamo l’eccezionale programmatore francese che dà il nome al post di oggi. Eccezionalmente infatti oggi violerò la regola sulla trasposizione arbitraria dei nomi, per far capire la mia confusione è necessario riprodurre esattamente ciò che è successo.

“Chi è lui?”

“Lui si occupa di <una serie di feature particolarmente interessanti>, è francese”

“Okay, quindi primariamente francofono, non c’è problema, come si chiama?”

“Si chiama Zibù.”

“…eh?”

“Si, Zibù.”

“Ma che razza di nome è Zibù?”

Ho cercato di interpretare questo nome secondo qualsiasi bizarra fonetica mi venisse in mente a quel momento ma vi giuro, questo fantasioso nome mi risultava del tutto misterioso.

“Zibù… Zibù… Ma è francese?”

“Si si, è francese”

“Ma che razza di nome è?!”

“Mah non lo so, qua non si usa molto, è un nome da francesi.”

A questo punto mi sono cominciati a venire gli orrendi dubbi. Il manager con cui stavo parlando viene da vicino Montreal e di conseguenza parla la sua versione speciale del francese. Vuoi vedere che “Zibù” non si chiama PROPRIO così?

Ormai era la fine della giornata quindi non sono riuscito a vedere la lista dei componenti per iscritto, ma lunedi mi presento al team e con un pretesto chiedo a tutti quanti il proprio nome nuovamente. Finalmente potrò rivelare il mistero di questo nome che mi ha fatto scervellare tutto il weekend!

“Ciao, tu sei…?”

“Piacere, io sono Thibauld.” (quindi: “Tibò”)

Avete presente quando vivete quei momenti di rivelazione praticamente mistica in cui qualcosa di assolutamente oscuro e imperscrutabile vi risulta improvvisamente chiaro e limpido come l’acqua? Il nirvana della conoscenza si spiegava di fronte ai miei occhi in tutta la sua lucentezza.

Ma come si fa a passare da “Tibò” a “Zibù” dico io?! Stupidi accenti…

Saluti di oggi a Nexnova per il suo compleanno :D.

Mi spiace, lei non abita più qui

luglio 2, 2013

Salve a tutti!

Oggi condivido con voi una stupidaggine burocratica che mi è capitata proprio questa settimana. Spero che sia utile agli altri migranti per evitare di trovarsi nella stessa (ridicola) situazione.

Sono finalmente diventato residente permanente del Canada, quindi in questi giorni sto sbrigando tutte le pratiche burocratiche associate con tale situazione. Per informazione generale, è necessario ottenere un nuovo numero di assicurazione sociale (il SIN, si ottiene presso un qualsiasi centro Service Canada) che non cominci per nove (sono quelli temporanei), una nuova tessera dell’assicurazione sanitaria (presso l’ufficio RAMQ più vicino) e dovrete notificare al vostro datore di lavoro il nuovo SIN. Nulla di particolarmente complicato.

Mi reco quindi Giovedi presso Service Canada per il nuovo SIN. Mi sento alquanto diligente, ho portato con me la lettera di conferma della residenza permanente e il mio certificato di selezione del Québec… peccato che non abbia il passaporto, necessario per l’emissione del SIN permanente! Torno quindi a casa (per fortuna abito vicinissimo… meraviglie della casa in centro), prendo il passaporto, torno di nuovo a Service Canada e senza troppi indugi mi emettono un codice fiscale nuovo di zecca e del tutto permanente.

Questa è stata piuttosto facile!

Venerdi mattina è dunque il momento di rinnovare l’assicurazione sanitaria. Piove in maniera torrenziale ma per fortuna l’ufficio della RAMQ è letteralmente dall’altra parte della strada, quindi spero di non bagnarmi troppo.

Nulla da fare, nonostante il mio robustissimo ombrello Samsonite, arrivo nell’ufficio con i pantaloni veramente fradici. La sensazione di fastidio è davvero enorme e considerato che alla RAMQ tipicamente bisogna fare code di un’ora e passa, non sono contentissimo. Sentendomi però ulteriormente diligente rispetto a Giovedi, ho portato anche il passaporto, e questo mi conforta.

Allo sportello dell’accoglienza della RAMQ (dove, tra parentesi, trovare qualcuno che ti serva in inglese richiede una dose enorme di fortuna, non che mi serva ma lo dico per riferimento) non mi dicono veramente granchè. Io mi presento dicendo che sono diventato residente permanente e che non so se, avendo già rinnovato l’assicurazione sanitaria due mesi fa durante il rinnovo del visto, devo rinnovarla nuovamente. Il panzone baffuto che mi “accoglie” bofonchia qualcosa e mi da un biglietto per lo sportello Prolongation, ovvero proroga.

Mah… evidentemente bisognerà chiedere il rinnovo.

Attendo pazientemente e già prefiguro di dovermi fare un’ora nella deprimente sala d’attesa stile anni ’80 della RAMQ. I pantaloni bagnati mi danno già fastidio e il fatto di non avere capito esattamente che cosa devo fare mi irrita ulteriormente.

Ma ecco che la buona stella mi sorride! Dopo soli due minuti, l’ufficio proroghe è libero! Evviva! Tra cinque minuti sarò a casa e potrò cambiarmi!

Vado dunque allo sportello e spiego la mia situazione. L’impiegato comprende perfettamente e quindi comincia a redarre tutti i documenti necessari per l’assicurazione sanitaria: effettivamente è necessario rinnovarla. Poco male, vorrà dire che dovrò sborsare di nuovo quei fastidiosi dieci dollari per la foto digitale che ti fanno in loco (ridicolo, vero?), già pagati due mesi fa.

I documenti sono pronti, quindi bisogna soltanto verificare alcune formalità. Ecco come sono andate le cose…

“Bene, ha qui la lettera di conferma della residenza permanente?”

“Certamente, eccola qui.”

“Il passaporto, per favore.”

“Eccolo, guardi che il visto è sepolto in mezzo ad altri mille visti di ingresso del Canada e degli Stati Uniti, è quello lì.”

“Ah bene grazie. Mi serve anche il suo CSQ.”

“Oh… si dovrei avercelo… Si, ce l’ho, è qui.”

“Ottimo. Bene è tutto in ordine.”

“Quindi devo solo rifare la foto?”

“Certo. E presentare una prova di residenza.”

A questo punto l’ho guardato di traverso. Ma come sarebbe a dire una prova di residenza???

“Non ho capito scusi, la conferma di residenza permanente me l’avete mandata a quell’indirizzo… non vale?”

“No, la prova di residenza è una bolletta recente della luce, del gas, della tv, del telefono, veda un po’ lei.”

“…ma come? E i documenti canadesi che già ho, che mi avete mandato a QUESTO indirizzo non valgono???”

“Eh no, perchè lei adesso è residente permanente, quindi le prove da residente temporaneo non valgono.”

“Quindi… mi faccia capire bene… allora, io sono residente in Canada da tre anni, e vi ho già dato un indirizzo che voi avete qui nel dossier da tempo.”

“Si…”

“Che è perfettamente valido se sono residente temporaneo, però nel momento in cui sono residente permanente allora no, non vale più, e volete una bolletta della luce???”

“Esatto! Vedo che ha capito!”

Di fronte alla regola più balzana che mi sia mai trovato ad affrontare, provo ad aggirarla in maniera intelligente. Il problema che ho è che io non ho neanche una bolletta cartacea, qua arriva tutto in digitale! E questi cari signori, vogliono vedere il pezzo di carta! Comincio quindi a frugare nel telefono, ma anche lì ci sono problemi…

“Una versione digitale di una bolletta va bene?”

“Si, certo.”

“Benissimo, gliela posso inoltrare via email, la stampa e siamo a posto?”

“No, non gliela posso stampare io. Le faccio firmare una dichiarazione giurata in cui lei afferma di abitare a quell’indirizzo e lei poi ci manda un fax con la bolletta.”

Mi stava cascando una mascella, ma come un fax! Un fax! Nel 2013! Ma esistono ancora i fax? Chi li manda? Dove? A chi? Mi stava venendo da ridere per l’idiozia della situazione. E non è neanche finita qui!

Un barlume di speranza arriva quando finalmente scopro che come prova di residenza va bene anche la fattura del comune di Montreal che ti chiede di pagare la tassa di proprietà sul tuo immobile. Mi viene inoltre comunicato che posso anche portare il documento di persona. Tutto questo è doppiamente ottimo perchè è l’unica bolletta cartacea che ho, evito così di dover trovare un modo di stampare la bolletta e di dover cercare un fax (sapete dove si trova un fax? in farmacia! Ovvio, no?).

Veniamo alla ciliegina sulla torta, la famosa dichiarazione giurata. Il cortese impiegato mi presenta un foglio in cui sostanzialmente giuro assolutamente di abitare dove tutti e due sappiamo perfettamente che io abito. Non ho ovviamente alcun problema a firmare una cosa del genere, ma non posso farlo. E perchè no?

“No no, la deve leggere.”

“Ma la sto leggendo, ora la firmo.”

“Non ha capito. La deve leggere ad alta voce, se no non vale.”

A questo punto mi aspetto soltanto che mi chiedano il lasciapassare A38 di Asterix, perchè più ridicola di così la situazione non può diventare. Leggo quindi ad alta voce la dichiarazione giurata in francese e finalmente ottengo il plico necessario per il rinnovo dell’assicurazione.

Che fatica!

Procedo quindi a farmi la foto, attraverso di nuovo la strada infradiciandomi completamente, salgo a casa, prendo la fattura del comune, riattraverso la strada bagnandomi da capo a piedi, riconsegno il plico firmato appena dieci minuti prima e lo consegno allo stupito impiegato che così commenta: “Ma come, ha aperto il dossier solo dieci minuti fa ed è già qui?!”.

Ma mannaggia a voi, va!

Saluti di oggi alla cortese RAMQ e alle sue bellissime regole del piffero. Saluti più seriosi al Campione del Mondo Domanico, che ieri è giustamente convolato a nozze con Emiglia :). Tanti auguri, mi sarebbe piaciuto essere lì con voi!