Salve a tutti!
E’ stata una fine d’anno piuttosto intensa, perciò recupero un po’ col classico post riassuntivo.
Sono in Italia dal 18 dicembre per qualche giorno di vacanza, motivo per cui non ho speso più di tanto tempo al PC. Il rientro è stato piacevole, sono riuscito a volare con l’Airbus A380 della gloriosa Air France provocando l’invidia di CarMas e riuscendo finalmente a provare l’ebbrezza di questo gigantesco aeroplano. L’esperienza è magnifica, l’aereo è silenziosissimo nonostante le quattro gigantesche turbine.
Mi sono reso conto della enormità del velivolo quando siamo atterrati a Parigi, scendendo dalla passerella ho potuto vedere uno dei motori: sembrava ben più alto di me! Non solo, il fatto che l’aereoporto ci avesse assegnato un’area di stazionamento periferica faceva risaltare ancora di più la grandezza dell’A380, tutti gli altri aerei parcheggiati erano degli A310 o simili: era come essere un bambino in mezzo a un campo pieno di formiche.
Parlando di Parigi, ho constatato con piacere che si sono dotati di una grande quantità di personale aeroportuale multilingua: sono finiti i tempi del francese a oltranza, addirittura ho trovato molto personale disponibile a parlarmi direttamente in italiano. Non ne ho bisogno ora che parlo bene anche il francese, ma l’ho trovato molto soddisfacente.
Una parola anche sull’unico evento straziante di questo rientro natalizio. Sul volo per Bologna sedevano due famigliole campane (credo napoletane, dall’accento). In una, la mamma aveva completamente perso il senno, era convinta che avessero caricato sull’aereo il passeggino sbagliato: lo raccontava a tutti, strepitando in maniera angosciante. Io avevo un sonno incredibile, non sono riuscito a provare compassione per questo dramma.
L’altra mi sedeva accanto: madre, figlia e i due figli della figlia. Il pargolo, che chiameremo Sigismondo per essere sicuri che non sia il nome corretto, aveva un simpatico vizio: l’iperattività. Visto il sistema di numerazione dei posti, ha cominciato a declamare l’alfabeto italiano svariate volte di seguito, illustrando alla madre tutta la sua perizia linguistica. La madre devo dire è stata piuttosto solerte nel far tacere il piccolo Sigismondo, ma questo è stato il momento migliore:
“A B C D E F G H I L M N …”
Ninja si gira e guarda il bambino.
“…o pi qu…”
*Silenzio*
Un bambino intelligente, alla fin fine. Bravo Sigismondo.
Parliamo un po’ di novità internazionali, sono sicuro che abbiate seguito la crisi gravissima che affligge la Norvegia: manca il burro. In uno dei paesi più noti al mondo per la gastronomia infatti, si è diffusa una dieta di cui ammetto non conoscere granchè se non la necessità di consumare ingenti quantità di burro. Sono abbastanza stupito che esista una dieta del genere, ma d’altra parte di creduloni è pieno il mondo, quindi alla fin fine mi rendo conto che è uno stupore da sopravvalutazione dell’intelligenza.
Tralasciando i motivi per cui questa dieta esista, ha avuto una conseguenza precisa: l’esaurimento delle scorte di burro norvegesi. Prima di partire per l’Italia mi hanno raccontato deliziosi annedoti su questo problema che la Norvegia sta vivendo: estoni che provano a portare burro di contrabbando e vengono fermati al confine, inutili ingiunzioni governative alla Tine (la più grande industria di latticini norvegese) per “risolvere il problema” escludendo a prescindere la possibilità di rilassare le rigidissime tasse sull’importazione, le altrettanto inutili lamentele della Tine che supplica di poter semplicemente importare qualcosa dall’estero a prezzi decenti per un mese o due mentre si risolve la situazione.
Una situazione davvero esilarante che mi conferma come Norvegia e cucina possano stare nella stessa frase come legalità e S.B., evviva!
Cambiando argomento del tutto per parlare finalmente di qualcosa di interessante, faccio qualche accenno sul movimento Occupons Montreal che ha animato la città per due o tre mesi, come da richiesta del buon Cesare. Non mi dilungo troppo sul movimento Occupy Wall Street e i vari We Are The 99%, sono sicuro che sappiate cosa sono e se non lo sapete Google è pronto ad aiutarvi.
Senza quindi dilungarmi troppo su questi movimenti, mi limito a dire che sono forme di protesta attiva ma pacifica contro il sistema capitalistico controllato dai pochi potenti della finanza. So che suona ipercomunista ma non lo è necessariamente, è un movimento con molte anime, ci sono chiaramente correnti comuniste così come ci sono correnti post-liberiste/capitaliste. Non volendo trasformare questo post in una dissertazione di carattere politico, invito gli interessati a chiedere a Google di parlarvi di tutte queste cose.
Occupons Montreal è la manifestazione locale di questo movimento. Dopo avere aperto un accampamento in Square Victoria, una prestigiosa e importante piazza del centro dove hanno sede le torri delle banche più importanti, il movimento si è caratterizzato immediatamente per la sua forte impronta pacifica. Le giornate si sono susseguite nella più grande tranquillità mentre i manifestanti piantavano tende e istituivano cucine all’aperto di pubblico accesso. Nessuna arma permessa sul campo, nessuna rissa, nessuna violenza di alcun genere.
L’accampamento è andato avanti per intere settimane tra letture di poesie da parte di poeti locali a comizi publici, tra notti dubstep a danze tribali: una piccola cittadina nella città, festosa, popolare e rustica.
Contrariamente ad altre città del Canada che hanno reagito in maniera molto più vigorosa (compresa Quebec City), il municipio di Montreal sceglie una strada morbida: “Montreal è una città accogliente. A nessuno verrà impedito il diritto di manifestare. L’unica richiesta che abbiamo è il mantenimento delle condizioni di sicurezza nonchè di quelle igienico-sanitarie.”. Una richiesta che trovo ragionevole.
Vengono quindi inviati i poliziotti sul luogo (BEN due): i Conciliatori. I Conciliatori sono figure speciali della polizia che hanno il compito di mediare i piccoli conflitti che possono emergere in una città, sono scelti tra i poliziotti che hanno maggiori capacità sociali e permettono di evitare tanti piccoli reati nonchè tante cause civili: perchè impelagarsi in cause e stress quando con un po’ di buon senso si può arrivare a un accordo? E’ una figura davvero interessante.
I Conciliatori non trovano niente di particolare nell’accampamento, una delle tende è pericolante e la fanno smontare, ma lì finisce tutto. Sopraggiungono anche i pompieri per assicurarsi che ci siano bagni chimici funzionanti e che non ci siano pericoli di incendio, anche qui nulla di particolare.
I problemi cominciano ad arrivare alla fine di Ottobre: l’accoglienza della cittadella attira molti senzadimora della città. Nulla di male in questo, ma molti degli attratti sono personaggi noti alle forze dell’ordine per avere seri problemi mentali. Dopo l’aggressione di una giovane coppia all’interno dell’accampamento, il sindaco comincia a preoccuparsi delle condizioni in cui si trova la piazza e richiede l’istituzione di un servizio di sicurezza.
Nonostante tra gli obiettivi di Occupons Montreal ci fosse l’assenza di un servizio di sicurezza “perchè non dovrebbe essercene bisogno”, i manifestanti ottemperano realizzando che nel campo non si trovano solo loro ma personaggi che possono essere o diventare pericolosi.
A Novembre comincia a fare freddo, i manifestanti annunciano di voler passare l’inverno a Square Victoria e il municipio si dichiara estremamente preoccupato: come faranno a sopravvivere al freddo? A Montreal non si scherza, ci sono circa 35 tempeste di neve l’anno e il peso di tanta neve schiaccia facilmente qualsiasi tenda.
La risposta dei manifestanti non si fa attendere, cominciano a costruire casette di legno sgangherate per ripararsi dal freddo. L’idea è intelligente ma segna purtroppo l’inizio della fine. E’ illegale infatti edificare in mezzo a una piazza pubblica, inoltre anche volendo essere flessibili, quattro casette sgangherate circondate da materiale elettrico nascondono insidie di ogni tipo tra crolli, incendi e infortuni.
Comincia il braccio di ferro con il municipio che intima in maniera categorica che vengano smantellate tutte le strutture rischiose. Dopo quasi due settimane di tira e molla, viste le condizioni del campo ormai pieno di personaggi con problemi di sanità mentale, il movimento riconosce di avere avuto una ottima possibilità di rendersi visibile e accetta quindi di smantellare il campo: non passeranno l’inverno in piazza ma continueranno le proprie iniziative sparsi per la città, online e nei locali.
Tornando a casa una sera quindi vedo manifestanti e pompieri che con calma e civiltà smontano le strutture della piazza. Di poliziotti non si vede l’ombra, l’atmosfera è tranquilla, i netturbini sono qui e lì che spazzano, raccolgono i rifiuti e puliscono.
Forse il finale è stato brusco, ma ho trovato tutto l’approccio molto civile. Occupons Montreal è durata circa tre mesi pacifici e assolutamente civili.
E’ tutto per oggi, tornerò a Montreal il 3 gennaio, pronto a un altro anno di avventure.
I saluti di oggi in ordine sparso: CarMas (la sfiga di capodanno è dietro l’angolo), la Contessina Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare, Jimme la vipera & il Gov. Marley, Kru & Il, Ido Gi (noto intenditore di dolci ugandesi) & Noa, Frau enui & Max, Candycane (welcome home) & Cry, Maxime le Supreme, Rusk, Andrè & Niq e ovviamente, Mimistofele, Flaust, Fanz e tutto il Team.