Quella maledetta cassetta delle lettere

giugno 25, 2013

Salve a tutti!

Mi sono appena reso conto che l’ultima volta che ho scritto qualcosa è stato due mesi fa: un po’ troppo, perfino per i miei letargici standard.

Le motivazioni di questo ritardo sono molteplici, ma credo che di fondo abbia ragione mio cugino che, incontrato qualche giorno fa a San Francisco, ha analizzato la situazione in maniera pressochè infallibile. Quando ero in Norvegia, questo paese strano, bizzarro, quasi esotico (nonostante di esotico non abbia assolutamente nulla a parte gli indiani in centro a Oslo), ero costantemente esposto a stranezze e stupidaggini di ogni tipo. Il Canada è un paese molto più normale, più ordinario, sostanzialmente noioso per il blog professionista che sa bene che nessuno di voi cari lettori è benchè minimamente interessato a cosa ho mangiato oggi a colazione o a quanto mi fa incavolare il vicino del secondo piano perchè parcheggia la macchina di fronte al mio vialetto.

Ovviamente, non ho alcun vicino che mi fa incavolare, nè ho un vialetto, quindi non preoccupatevi, non comincerò a scrivere di più per parlare di baggianate quotidiane. Al contrario, credo che tornerò alle mie radici, concentrandomi su quegli aspetti del quotidiano che ai nostri occhi sono del tutto assurdi o inaspettati.

Senza perderci in ulteriori giri di parole quindi, oggi condivido con voi qualcosa che mi è successo qualche giorno fa. Quando è avvenuto l’evento in realtà mi sono segnato un appunto mentale di scrivere una pagina del blog su questo, ma ovviamente me ne sono scordato. Poco male!

All’inizio di giugno mi è arrivata la fattura dell’assicurazione domestica. Come sapete ho comprato casa e giusto per evitare qualsiasi tipo di spiacevole incidente l’ho assicurata con un contratto del tutto standard, niente di straordinario. L’assicurazione costa pochissimo quindi l’accordo che ho preso con l’ente è quello di pagare la cifra intera annuale e finirla lì, senza tanti problemi.

E’ una soluzione bellissima, anche se realizzata con tutta la modernità che contraddistingue i servizi finanziari canadesi. Ricevo infatti una bellissima lettera contenente un’altrettanto stupenda busta preaffrancata in cui inserire un assegno intestato alla compagnia assicurativa.

…Un assegno! Da inviare in busta?!

Ebbene si! Qui amano ancora gli assegni (e le banche amano riempirti di blocchetti da cento assegni, pare sia un ambitissimo benefit), così tanto che i grandi enti hanno interi uffici di “assegnisti”, ovvero dei tizi che aprono le buste contenenti assegni ricevute dalla compagnia e verificano importo e intestazione. Un lavoro importantissimo ed estremamente qualificato di cui si sente grande bisogno di questi tempi!

Scrivo quindi l’assegno e lo infilo nella busta, gentilmente preaffrancata, quindi pronta per la spedizione. A parte lo shock che subisco ogni volta che devo compilare un assegno per qualcosa, tipicamente bilanciato dal piacere di scrivere con una penna su un oggetto fisico (avete presente quando girate pagina su un blocco note e la carta resiste, ma non troppo, alla pressione della vostra penna? grande soddisfazione, quella), il pagamento è finalmente pronto, infilo tutto nella busta e… un momento.

Adesso ho questa bella busta. Devo imbucarla! Ora che ci penso, se qualcuno mi chiedesse dov’è la buca delle lettere più vicina, non ne avrei davvero la più pallida idea. Bel problema. Decido di imbucarla il mattino seguente andando in ufficio, ci sarà di sicuro(TM) una cassetta delle lettere per strada, no?

Vago quindi come un’anima in pena per il centro di Montreal, andando verso la fermata dell’autobus. Noto con sollievo molteplici parallelepipedi grigi con il simbolo di Poste Canada / Canada Post. Mi avvicino speranzoso, volendo sbarazzarmi rapidamente di questa incombenza.

Niente da fare. Sono dei puri monoliti grigi di metallo. Avranno pure il simbolo delle poste, ma non hanno alcuna apertura… davanti, dietro, a destra, a sinistra, non c’è verso! Ma che razza di oggetti sono?! Mistero!

Arrivo infine alla fermata dell’autobus, è ora di andare in ufficio. Assai seccato, mi metto in tasca la busta con dentro l’assegno. Sarebbe davvero fastidioso perderla e vorrei veramente sbarazzarmene, mi viene l’ansia anche solo a pensare di averla ancora sul groppone.

L’autobus mi lascia nel quartiere di Mile End, dove si trova l’ufficio in cui lavoro adesso. Anche qui ogni centinaio di metri si trovano quelle stupide scatole di latta delle poste, ovviamente senza alcuna apertura. Alcune hanno una maniglia che ovviamente, se tirata, non causa l’apertura di alcunchè. Comincio davvero a perdere la pazienza e a prefigurarmi una giornata intera di paranoia proteggendo la stupida lettera da un furto che non avverrà mai.

Già mi struggo per questo moderno patema quando finalmente, in tutta la sua gloria scintillante, all’angolo di due stradine del tutto anonime, di fronte a una panetteria, la vedo: la familiare (ma poi perchè? l’avrò vista forse due volte) forma di una cassetta delle lettere, tutta grigia, con il suo bello sportellino per l’inserimento della corrispondenza.

Osanna! Evviva! Sia gioia in tutto il regno! Che il maledetto pezzo di carta sia testè inviato al destinatario!

E’ incredibile. Siamo diventati così digitali che perfino la posta ormai sta scomparendo. Sull’impatto del digitale leggevo qualche giorno fa un articolo, mi pare sul Corriere, che illustrava le teorie di qualcuno sostenenti che Internet ha distrutto centinaia di migliaia di posti lavoro e ha creato una sorta di “fossa delle competenze”. A causa della informatizzazione, molte operazioni anticamente complesse sono ora facili e possono quindi essere assegnate a persone con un basso livello di specializzazione. Al contrario, la creazione di sistemi informatizzati altamente efficienti richiede competenze molto profonde.

Chi è in mezzo quindi, esattamente che cosa fa?

Saluti di oggi alla valanga di commentatori che hanno contribuito recentemente al blog e alle tante persone che mi hanno chiesto “ma quando posti?”. La risposta è sempre la stessa, “quando ho tempo”. Per puro caso, in questi giorni ne ho moltissimo.

Norvegia e Canada a confronto

aprile 6, 2013

Salve a tutti,

Oggi vi propongo un confronto tra Norvegia e Canada che spero aiuti i tanti che mi scrivono chiedendo quale sia “meglio” dei due Paesi.

Innanzitutto faccio una premessa già fatta decine di altre volte ma che ripeto onde evitare sciocche polemiche. Tutto quello che troverete qui è frutto di esperienze del tutto personali e quindi non è altro che una opinione personale. Quando leggerete questo confronto potrebbero quindi esserci inesattezze o la situazione potrebbe essere cambiata da quando l’ho descritta io.

Come ho risposto a tanti che mi hanno fatto domande su questo argomento, non posso di certo essere io a decidere che cosa sia meglio per la vostra situazione specifica. Informatevi, guardatevi attorno, formate una vostra opinione: un blog non potrà certo sostituirsi al vostro personale giudizio.

Prima di cominciare, un’altra premessa sulle modalità di utilizzo della tabellina. Per ogni categoria troverete una spiegazione di quali sono i pro e i contro per ogni Paese e le condizioni secondo cui assegnare un punto a uno dei due Paesi. Alla fine del confronto avrete un punteggio che spero possa aiutarvi a capire cosa fa per voi tra i due.

A proposito, l’ordine delle categorie è del tutto arbitrario.

Clima: Parità assoluta da questo punto di vista: sono entrambi paesi freddi. Il Canada è tendenzialmente più umido a causa delle vaste foreste che ricoprono lo scudo canadese e che arricchiscono di acqua i venti, tuttavia la facilità con cui i venti si muovono causa una variabilità del tempo che spesso è benefica in inverno (una tempesta di neve verrà spesso spinta via nel giro di qualche ora). Primavera, estate e autunno sono belle stagioni ma durano abbastanza poco. La Norvegia ha un freddo più secco e a livello di temperatura è in media leggermente più mite del Canada (ci si attesta più spesso attorno ai -25 che ai -35, in città, anche se in realtà questo dipende, per entrambi i paesi, dalla città in questione), tuttavia soffre in maniera importante della variabilità della luce durante il giorno. Poichè il 99% della popolazione del Canada si trova entro cento chilometri dal confine statunitense, il che significa trovarsi più o meno all’altezza di Parigi, il problema della variabilità del giorno in Canada si sente molto meno. Anche in Norvegia, belle stagioni in primavera, estate ed autunno, ma la durata è breve. Segnate quindi un punto per il Canada se l’umido non è un problema. Segnate un punto per la Norvegia se la variabilità della quantità di luce non è un problema.

Sicurezza: Sia il Canada che la Norvegia sono posti molto tranquilli, ma in maniera differente. La Norvegia è in generale assai sicura indipendentemente da dove ti trovi (onestamente, non pensate a pazzi furiosi come Breivik, perchè quelli sono casi assurdi che possono capitare ovunque e non c’entrano nulla con la sicurezza del paese). Una cosa che ho spesso rilevato è l’assenza di visibilità della Polizia: in Norvegia non vedrete poliziotti da tutte le parti, in Canada al contrario sono una vista del tutto quotidiana. Il Canada per gli standard nordamericani è molto sicuro anche nelle grandi metropoli (Montreal, Toronto, Vancouver), tuttavia in ognuna di queste ci sono i soliti uno-due quartieri in cui “è meglio non andare”. Vancouver in particolare può essere un po’ tentacolare. Inoltre, ricordate che in generale la polizia nordamericana è più “brusca” di quella europea. Segnate un punto per la Norvegia se vi piacciono società tranquille in cui la polizia non si farà quasi mai viva (perchè non ce n’è bisogno). Segnate un punto per il Canada se preferite che le forze dell’ordine siano più visibili.

Trovare un lavoro: Qui entra in gioco il fattore linguistico, tuttavia senz’altro entrambi i Paesi hanno bisogno di più lavoratori. In Canada ogni anno vengono pubblicate liste di “lavori fortemente ricercati” e ci sono uffici governativi appositi per aiutare gli immigrati a trovare lavoro. Sono procedure abbastanza burocratiche ma che in generale funzionano piuttosto bene. Ovviamente come per tutti i programmi governativi di supporto, spesso non c’è limite a dove ti possono mandare quindi è più che possibile finire nei gelidi Territori del Nord-Ovest o in altri posti sperduti. Di positivo c’è però che ci sono molti programmi di apprendistato che ti permettono di imparare un mestiere sul campo e contemporaneamente immigrare in Canada. In Norvegia le cose sono più semplici per quanto riguarda le procedure ma più complicate per quando riguarda la facilità di accesso al lavoro per la semplice barriera linguistica. Se non parlate norvegese (decisamente meno comune dell’inglese o del francese utili in Canada) le vostre possibilità di trovare un lavoro saranno alquanto limitate a meno che non siate altamente specializzati. Al contrario del Canada, tuttavia, se siete italiani non avrete alcun problema di immigrazione. Segnate quindi un punto per la Norvegia se parlate norvegese (il tasso di disoccupazione è molto basso, quindi trovare un lavoro parlando la lingua sarà facile) oppure se avete un alto livello di specializzazione, specie nei settori tecnici. Segnate invece un punto per il Canada se un po’ di burocrazia non vi spaventa e se cercare un lavoro per voi comprende anche la possibilità di apprendere un mestiere sul campo.

Lingua: In Norvegia si parla norvegese (in due varietà, abbastanza simili, ma comunque differenti) in tutti i contesti, anche se un buon sistema di educazione garantisce che pressochè tutta la popolazione conosca anche l’inglese con una ottima uniformità di livello e competenza linguistica. Non avrete problemi a usare l’inglese in ambito professionale mentre apprendete il norvegese, ma non parlare la lingua locale vi renderà la vita potenzialmente difficile negli ambienti sociali dove ovviamente gli autoctoni preferiscono parlare la loro lingua e non una straniera. In Canada ufficialmente si parlano due lingue (situazione complessissima questa, che merita un intero post a parte): l’inglese e il francese. Il francese è utile solo in Québec e in New Brunswick (unica provincia ufficialmente bilingue), in tutto il resto del Canada si parla l’inglese canadese che è simile all’americano con alcune influenze britanniche. Segnate un punto il Canada se parlate (o volete imparare a parlare) inglese e volete andare in una provincia anglofona o a Montreal (che è informalmente bilingue), idem per il francese se volete andare in una provincia francofona. Segnate un punto per la Norvegia se parlate il norvegese o se non avete problemi a imparare una lingua che vi sarà utile esclusivamente in Norvegia.

Burocrazia: Il Canada ha tre livelli governativi con cui avrete a che fare costantemente: la città in cui vivete, la provincia e il governo federale. La prima busserà alla vostra porta per le tasse locali ma dovrete avere a che fare con questo aspetto principalmente se siete proprietari di un immobile. Se siete in affitto vi capiterà di rado di dovervi relazionare con l’amministrazione locale. La provincia e il governo federale si faranno vivi ogni anno per la dichiarazione dei redditi che va presentata disgiunta nonostante entrambe abbiano la stessa scadenza e siano piuttosto simili. Le guide per la compilazione della dichiarazione dei redditi sono disponibili fin da Gennaio (la scadenza è a fine Aprile) e sono intrise di riferimenti, codici, eccezioni e locuzioni ambigue o di difficile interpretazione (fate come fanno tutti, date 50 $ a qualche commercialista che vi faccia le tasse, o prendetevi un weekend di relax per compilare i moduli). Le procedure di immigrazione sono semplici ma hanno tempi decisamente lunghi, ci vogliono tra le quattro e le otto settimane per un permesso di lavoro con annessa residenza e svariati mesi per avere la residenza permanente. In Norvegia la situazione è totalmente differente, il principio che regna è quello del silenzio-assenso e la vostra vita burocratica nella stragrande maggioranza dei casi sarà alquanto rilassante. I moduli delle tasse vi verranno inviati precompilati dal governo ogni anno e se decidete di non guardarli neanche verranno automaticamente gestiti: se vi devono dei soldi ve li verseranno sul conto, se dovete dei soldi ve li preleveranno forzatamente. Le procedure di immigrazione sono semplici e consistono in poco più che recarsi in un ufficio e firmare qualche modulo. Come italiani, dopo qualche mese in Norvegia con un lavoro vi arriverà una conferma di residenza permanente. Segnate un punto per la Norvegia se volete avere a che fare il meno possibile con gli uffici pubblici e se quando dovrete averci a che fare potrete quasi sempre utilizzare Internet. Segnate un punto per il Canada se la burocrazia non vi spaventa e/o avete un problema morale con uno Stato che ha la possibilità di accedere a qualsiasi vostro bene nel Paese.

Cibo: Sia il Canada che la Norvegia devono importare gran parte delle verdure perchè non hanno possibilità di produrle in loco, quindi il sapore di certi alimenti non è mai granchè (il pomodoro medio in entrambi i paesi sa di ottima e gustosa acqua). Le cospicue tasse di importazione norvegesi fanno sì però che questi prodotti siano anche piuttosto cari, al contrario del Canada ove in generale il prezzo di generi alimentari è estremamente basso, in stile americano. La Norvegia ha una propria tradizione alimentare basata sul pesce e sulla pecora, di origine sostanzialmente povera e dai sapori principalmente salati. I dolci sono di ispirazione germanica e quindi basati principalmente sul marzapane e la cioccolata. Il Canada è un paese di immigrati e quindi è difficile parlare di una vera e propria tradizione alimentare “locale”, il cibo che si trova è tutto frutto di rielaborazioni locali di piatti provenienti da altre parti del mondo, ne consegue che la varietà di cibo è potenzialmente enorme, nonostante la disponibilità sia del tutto dipendente da dove vi trovate. Segnate un punto per la Norvegia se il cibo è solo qualche cosa che vi mettete in bocca, segnatene uno per il Canada se avere a disposizione una varietà di cibi diversi per voi è importante.

Costruirsi un futuro: L’aspetto pensionistico e degli investimenti è molto diverso nei due Paesi, partiamo dalla pensione. La Norvegia, come l’italia, prevede che ogni stipendiato versi automaticamente una certa quantità di denaro nel fondo statale di previdenza sociale. Il fondo norvegese è notoriamente il più ricco dell’intero pianeta con un distacco immenso rispetto al secondo (qualcuno mi corregga, ma ricordo distacchi mostruosi, come 40% più ricco del secondo in classifica). Il carico fiscale viene mantenuto molto alto, nonostante il Paese non ne abbia strettamente bisogno per ammissione stessa della classe politica, per garantire ai norvegesi un futuro decoroso e senza preoccupazioni. Sono anche disponibili ovviamente fondi privati di integrazione nel caso in cui si voglia quel “qualcosa in più”. In Canada l’atteggiamento è completamente diverso. La tua pensione è composta da tre contributi diversi, quello federale, quello provinciale e il tuo personale. I primi due, pagati dalle tue tasse, non ammonteranno altro che a un misero 40% della tua pensione. Lo Stato ti bombarda ogni anno durante la stagione delle tasse per ricordarti di questo aspetto della vita che dovrai gestirti in maniera del tutto autonoma per fare sì che quel 60% di pensione che manca esista quando vai in pensione. Il modo in cui questo viene attuato consiste nel permettere a ogni persona di mettere da parte ogni anno una certa quantità di denaro in un fondo speciale pienamente controllato dal contribuente. Passando invece agli investimenti, sia il Canada che la Norvegia sono paesi in cui investire il denaro conviene perchè le rendite sono buone, anche se le tasse sugli introiti finanziari sono leggermente più alte in Norvegia. La Norvegia dichiaratamente investe “solo” in attività che si conformano all’etica statale (quindi preferiscono fonti rinnovabili o attività a basso impatto ecologico), tuttavia questo aspetto è assai chiacchierato in quanto ci sono polemiche sulla effettiva fattualità di questo proposito. Il Canada è molto più spregiudicato e in puro stile americano investe dove gli conviene, col risultato che ad esempio alcuni dei grandi fondi canadesi fanno parte del grande club degli speculatori mondiali che giocano sulle obbligazioni di stato dei paesi in difficoltà della zona Euro. Segnate un punto per la Norvegia se vi fidate della gestione statale dei fondi, oppure non volete avere a che fare con la complessa problematica dei fondi previdenziali, oppure è importante sapere che i vostri soldi siano usati potenzialmente per “buone cause”. Segnate un punto per il Canada se invece volete gestire personalmente i vostri soldi, oppure se vi interessa solo guadagnare senza preoccuparvi delle conseguenze etiche dei vostri investimenti.

Acquistare una casa: Al contrario degli altri investimenti, i mutui sono piuttosto simili nei due Paesi, almeno a livello di risultato finale. Nonostante infatti le regole sui mutui siano alquanto diverse, un fatto base resta: gli interessi sono molto bassi. Tutt’altro discorso invece per quanto riguarda l’acquisto di una casa, i due sistemi sono completamente diversi. In Canada il mercato è estremamente dinamico, gli immobili vengono venduti anche nel giro di un giorno dal momento dell’immissione sul mercato e c’è una flessibilità pressochè illimitata nelle transazioni. In Norvegia il mercato degli immobili usa un sistema ad asta abbastanza complicato (nonchè unico al mondo) che prevede offerte al buio ed è influenzato da lobby di investimenti che possono interferire col vostro acquisto. Segnate un punto per il Canada se vi sentite a vostro agio in un mercato molto libero in cui dovrete agire molto in fretta e prendere decisioni rapide per riuscire a comprare la casa dei vostri sogni. Segnate invece un punto per la Norvegia se volete un ritmo più pacato e non vi crea problemi dovervi cercare un altro immobile perchè qualcuno vi ha “soffiato” un affare.

Natura: Da questo punto di vista Norvegia e Canada sono piuttosto simili. Sono Paesi nordici quindi foreste, montagne, fiumi e laghi fanno parte del paesaggio quotidiano. La Norvegia è più montuosa quindi se vi piace sciare sarà in generale molto più facile trovare un posto vicino a dove vivete per praticare questo sport. Le foreste norvegesi sono primariamente di conifere aghiformi, mentre in canada sono assai comuni anche altri tipi di albero come l’acero. I fiumi norvegesi sono in generale meno inquinati di quelli canadesi (anche se ovviamente questo dipende dall’area in cui vi trovate), ma il paesaggio canadese è più variabile semplicemente in quanto più vasto. Segnate un punto per la Norvegia se preferite un territorio più compatto in cui la distanza tra i vari punti di interesse è relativamente piccola (ricordate che la Norvegia è molto lunga). Segnate un punto per il Canada se preferite paesaggi vasti con territori enormi ancora incontaminati.

Politica: Il Canada è uno stato federale quindi bisogna distinguere molto bene tra governo federale e provinciale. Come in molti paesi occidentali, gli scandali politici sono relativamente frequenti e specie a Toronto e Montreal spesso riguardano collusioni con la mafia italiana trapiantata in Canada oppure episodi di corruzione. Lo stato federale, spesso di impostazione conservatrice a causa di come votano le province (l’unica sempre progressista è sistematicamente il Québec), è tipicamente protagonista di forte critica da parte dell’opposizione per le scelte in contrasto con la tradizione canadese come gli interventi militari al fianco degli Stati Uniti o la mancata ratificazione di trattati internazionali sull’impatto ambientale. La Norvegia è una monarchia costituzionale in cui il Re è solo una figura rappresentativa dello Stato. Per l’intero dopoguerra la Norvegia è stata governata da partiti progressisti che hanno contribuito a creare la moderna impostazione socialista scandinava basata principalmente su una equilibrata distribuzione dei servizi sociali. La frequenza degli scandali è piuttosto limitata. Segnate un punto per il Canada se essere in un Paese che è frequentemente in linea con le scelte politiche americane non vi crea dei problemi oppure se vi piace essere spesso in mezzo a vivaci confronti politici. Segnate un punto per la Norvegia se invece preferite un’atmosfera politica tranquilla e che riserva poche sorprese, oppure se non volete davvero interessarvi degli aspetti politici locali.

Ambiente sociale: La Norvegia ha una forte impronta culturale di carattere uniforme: la “norvegesità” esiste ed è un atteggiamento che ogni immigrato deve padroneggiare. Una conseguenza positiva di questo aspetto è ovviamente che c’è un forte livello di omogeneità sociale (dovuto anche ai servizi sociali che si assicurano una vita decorosa per tutti o quasi), d’altro canto però c’è anche un intrinseco rifiuto di tutto ciò che non è “norvegese”. In altre parole, o vi conformate alla società locale, o non vi sentirete benaccolti. Il Canada ha invece un approccio leggermente diverso, è un paese di immigrati quindi ognuno contribuisce alla società locale con il proprio retaggio culturale e quasi qualsiasi contributo è benaccetto. Ci sono alcune parti del Canada, come il Québec e in generale le province marittime dell’est, in cui si vivono scontri culturali non indifferenti con il resto del Paese, ma come immigrati non è qualcosa che potrete mai comprendere o che potrete mai sentire come profondamente vostro. Segnate un punto per la Norvegia se per voi l’uniformità e l’armonia culturale sono importanti oppure se volete lasciarvi alle spalle tutto per diventare norvegesi. Segnate un punto per il Canada se per voi mantenere le vostre radici è qualcosa di importante.

Educazione: Il Canada ha un sistema educativo di impostazione americana, quindi tendenzialmente pragmatico e orientato più all’insegnare il “saper fare” che il “perchè”, quindi fino al livello della scuola superiore può lasciare alquanto a desiderare. A livello universitario tuttavia ci sono diverse eccellenze in molti campi, perciò le cose migliorano nelle fasce più alte dell’istruzione. Un aspetto positivo di un sistema educativo molto pragmatico è che si può trovare un’occupazione adeguata per tutti i livelli di istruzione ricevuti, essendo assenti forme di educazione “non professionalmente formative” come i licei nostrani. La Norvegia ha un approccio più classicamente nordeuropeo e quindi cerca di portare gli studenti verso una laurea, triennale o specialistica che sia. A causa di un approccio culturale che tende alla omogeneizzazione e che scoraggia di fatto l’eccellenza in favore invece di un generale “giusto medio” (ovvero meglio che tutti siano piuttosto bravi che avere un paio di molto bravi e dieci casi senza speranza), le scuole in generale funzionano ma è difficile trovare punte di eccellenza. Segnate un punto per la Norvegia se non volete dovervi preoccupare troppo di quale scuola scegliere avendo la garanzia che anche una scelta a caso non sarà troppo male. Segnate un punto per il Canada se volete scegliere (e pagare proporzionatamente) la qualità dell’istruzione ricevuta.

Sanità: Sia in Canada che in Norvegia la sanità è pubblica e accessibile a tutti a prezzi modici. In entrambi i Paesi bisogna essere detentori di una tessera di assicurazione sanitaria statale che va semplicemente richiesta (la procedura è la stessa in entrambi i Paesi, ci si presenta a un ufficio e si firma un modulo). In entrambi i Paesi dovrete recarvi personalmente dal medico quando starete male e dovrete probabilmente fare la fila quando entrerete in una clinica qualsiasi. Ancora parimenti, a vostro carico saranno le spese dentistiche e oculistiche, anche se spesso in entrambi i Paesi, se avete un lavoro, avrete una assicurazione privata che copre parzialmente i costi. Non ricordo quale sia la regola in Norvegia, ma in Canada se avete un impiego a tempo pieno è obbligatorio che il datore di lavoro vi fornisca una assicurazione sanitaria integrativa (anche per motivi fiscali). Segnate un punto per la Norvegia o per il Canada a seconda della disponibilità specifica di trattamenti o farmaci che sapete con certezza essere disponibili solo in uno dei due Paesi. Altrimenti sostanzialmente sono equivalenti.

Ebbene, queste sono le categorie che mi sono venute in mente. Se ce ne sono altre, contattatemi e magari scriverò un’altro articolo del genere. Se questo post vi è stato utile o se avete fatto i vostri conti, lasciatemi un commento col vostro punteggio finale, sarebbe davvero interessante!

Saluti di oggi a mia sorella che finalmente è riuscita a rifare i bagni di casa :D.

Doomsday!

febbraio 26, 2013

Salve a tutti!

Giuro e vi assicuro giuro che ho provato a evitare di scrivere di questo argomento MA mi spiace è più forte di me. Ebbene si, oggi vi sorbite il post politico, non c’è scampo.

Parto da una premessa che ora mi addolora e di cui invece fino a pochi giorni fa non mi curavo: non ho votato. Non l’ho fatto certo per rifiuto, ma per mia, tra l’altro sciocca, negligenza. Come ho scritto, ho comprato casa qui a Montreal lo scorso Luglio e da allora mi ci sono trasferito. Ho ovviamente aggiornato tutti gli indirizzi rilevanti: agenzia delle tasse federale e provinciale, bollette della luce, notai, società. Peccato che mi sia scordato completamente di aggiornare la mia residenza presso l’anagrafe consolare di Montreal!

Risultato, la mia cartella elettorale è andata probabilmente al mio vecchio indirizzo, non più valido. Quando mi sono reso conto del problema ho immediatamente mandato la rettifica al consolato (che tra l’altro non mi ha nemmeno risposto, devo indagare), ma non ho fatto in tempo: niente da fare, niente voto.

“Poco male, sarebbe stato imbarazzante dover scegliere”, pensavo.

Direi che la mia indecisione, vista la qualità bassissima ovverosia inesistente della corrente offerta politica, si è riflessa nei risultati di queste disastrose elezioni politiche.

Ci viene consegnato infatti un parlamento frammentato in gruppi grandi ma inconciliabili. Hanno vinto o perso tutti, il PD, il PDL, il M5S, volendo anche Monti. Quella corbelleria di legge elettorale che abbiamo adesso garantisce alla Camera al PD (che vince con un distacco assolutamente ridicolo, lo 0.41%) un premio di maggioranza consistente per “garantire la governabilità”. Tralasciamo per il momento la effettiva rappresentatività di un partito che sostanzialmente è stato votato solo da meno di un terzo dei votanti, tralasciamo anche che questa affermazione è valida sia per il PD, che per il PDL, che per il M5S, ma il fatto sconvolgente è che per una volta possiamo legittimamente usare questa locuzione assai abusata: l’Italia è un “paese diviso”.

Al Senato il caos è anche maggiore, con un PDL in testa di una manciata di senatori che potrebbe essere sovvertito praticamente da qualsiasi combinazione politica possibile. Ovviamente i proclami attuali sono spesso del tipo “no, non faremo alleanze con nessuno / niente inciuci” e simili, ma voglio vedere per quanto tempo durerà questo atteggiamento.

Parlando di performance delle specifiche forze politiche, ci troviamo di fronte a un bizzarro scenario. Abbiamo un PD fatto di vecchi soprammobili, figlio di partiti strutturati “alla vetero-comunista”, con segretari-sottosegretari-vicecapiaddetti e altre decine di figure simbolo della iperburocraticizzazione cervellotica. Ha perso circa il 7% dalle ultime elezioni. Il PDL è ancora un culto della persona, gli accoliti di S.B., coloro che ancora credono a ciò che dice e coloro a cui conviene che lui vinca per ritorno personale. La sua perdita è effettivamente massiccia, la Lega è ridotta al 4.5% scarso (il nuovo populismo è quello di Grillo e sparito Bossi la Lega non ha più mordente nè fascino), mentre S.B. e il suo culto perdono praticamente il 16%, un bel tonfo. Non capisco davvero come facciano a parlare di “grande recupero” per il PDL, quando il dato è in realtà piuttosto drammatico. Monti galleggia attorno al 10%, affondando finalmente due vetuste macchiette (Fini e Casini, che spariscono finalmente dalla vita politica italiana). Una buona prestazione per lui, ma il suo contributo è disastroso. I voti che ha preso arrivano da moderati di ogni provenienza che avrebbero votato altrove, di fatto è un 10% che non serve a niente, che non ottiene niente ma che indebolisce tutti gli altri. A essere proprio sincero, credo che Monti sia il principale responsabile dell’ingovernabilità. Questo ovviamente senza entrare nel merito del suo programma politico (dato di pochi minuti fa, all’Estero Monti è andato piuttosto bene, segno dell’accresciuta credibilità internazionale dello stesso). Infine, il M5S fa un grande exploit e raggiunge il 25%, dando un segnale forte riguardo la possibilità di fondare una forza politica nuova portata avanti “dal basso”. Poco da commentare su questo, sono loro la sorpresa di questa elezione.

Insomma, possiamo guardare i numeri come ci pare, ma alla fine sostanzialmente abbiamo due partiti al 25-30%, uno al 25% e uno al 10%. La visione di ognuno è inconciliabile con quella degli altri a meno di ridicoli compromessi sul programma. C’è da augurarsi forse una riforma della legge elettorale, ma come farla? Rendere automaticamente maggioranza una qualsiasi forza politica che non rappresenta più che un quarto del paese? Un sistema a rappresentanza diretta con relativa garanzia di ingovernabilità a causa del frazionamento del paese? L’introduzione del famoso sbarramento alla tedesca in cui se non rappresenti almeno il 10% smetti di esistere? E’ davvero difficile rispondere, le regole possiamo cambiarle quanto vogliamo, ma più sono complicate e più mettono in pericolo la democrazia così come al tempo stesso potenzialmente minano la stabilità del governo.

Tutti, non possono governare. Qualcuno inevitabilmente deve vincere e qualcun altro deve perdere, alla fin fine le decisioni da qualche parte devono arrivare. Quel che mi chiedo però è questo: gli eletti di questo giro sono veramente degni di prendere le decisioni per noi?

Una sola risposta: #vedremo #divoltainvolta.

Saluti di oggi alla Contessina Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare per avere seguito in diretta il mio collegamento LIVE con il Ministero dell’Interno per il commento dei risultati elettorali.

Di assassini, visti e tasse municipali

febbraio 24, 2013

Salve a tutti!

Sfruttando la febbre che mi ha improvvidamente colpito riesco finalmente a trovare un po’ di tempo per scrivere qualcosa sul blog. Certo, non posso dire che restare a casa con trentotto e mezzo di febbre sia una bella cosa, ma mentre sono in convalescenza almeno trovo un momento per fare cose a cui ingiustamente dò meno importanza come questo spazio che invece continua a darmi tante soddisfazioni. Mi scrivete infatti in molti chiedendo varie cose, cerco di rispondere a tutti quanto meno nel limite del possibile. Al momento credo di avere risposto a tutte le domande che ho ricevuto, se siete ancora in attesa, per favore rimandate la vostra richiesta, devo averla smarrita o più facilmente è finita in qualche filtro anti-spam (occasionalmente capita).

Gli amici più cari mi chiedono che fine abbia fatto: a questa domanda rispondo in maniera molto breve perchè non mi è concesso parlarne diffusamente. Posso dire che ora lavoro per Ubisoft e sono assegnato ad Assassin’s Creed: Initiates, l’URL è http://www.acinitiates.com/ e quello è praticamente tutto quello che vi posso dire in merito. Senza entrare nei dettagli invece, posso dire che il nuovo progetto è molto entusiasmante e sono in un buon team, quindi sono particolarmente soddisfatto, anche perchè sono stato accolto da manifestazioni di grande stima che mi hanno fatto in tutta onestà grande piacere.

Parliamo invece di un po’ di procedure utili per gli immigrati qui in Canada, perchè oggi posso condividere con voi un paio di interessanti informazioni riguardanti il rinnovo del permesso di lavoro. Nel bollettino operazionale 420 del 1° giugno 2012, è stata approvata una norma che prevede per tutti i residenti temporanei del Québec il rinnovo automatico del permesso di lavoro sotto opportune condizioni. Non c’è più quindi da attendere tra le quattro e le otto settimane per il rinnovo del permesso, è sufficiente presentarsi alla frontiera!

Per usufruire di questa eccezionale opportunità, bisogna avere effettuato richiesta di residenza permanente depositata a livello federale, il che equivale ad essere in possesso di un Certificato di Selezione del Québec (il famoso CSQ di cui già si è parlato). Ovviamente bisogna anche avere un lavoro o avere una offerta di lavoro da un nuovo datore. Se queste condizioni sono soddisfatte, per il rinnovo, senza fare alcuna pratica, è sufficiente presentarsi a un qualsiasi punto di ingresso del Québec presentando:

  •  Il proprio CSQ, quello marcato “per il richiedente”. Quello per il governo lo avrete già mandato al governo federale per la richiesta di residenza permanente.
  • Copia della email ricevuta dal CIO (Central Intake Office) di Ottawa, Sydney o qualsiasi altro ufficio federale in cui stiano smistando la vostra richiesta di residenza. La parte importante è l’UCI (Unique Client Identifier) che identifica la vostra pratica.
  • Lettera firmata da voi e dalla società, in originale, che indichi durata dell’impiego offerto (con esplicitamente scritto subordinata all’ottenimento del rinnovo del permesso), stipendio annuale, titolo con cui venite assunti, esatte mansioni (ben descritte) e motivazione dell’assunzione (tipicamente una tiritera precotta che scrivono tutti che fa grossomodo così: “abbiamo cercato per lungo tempo nel mercato canadese una figura di questo tipo ma non l’abbiamo trovata, ci siamo quindi rivolti al mercato internazionale. Abbiamo trovato il Sig. Magagnazzi che è perfetto per noi perchè conosce sia il Sofronismo Austroungarico del sedicesimo secolo che la Macchina di Kajustrerfraun che utilizziamo quotidianamente nella nostra società.”). Equivalentemente questa lettera può essere “spezzata” in due in una comunissima lettera di offerta di impiego e un’altra di “presentazione” per l’ufficiale dell’immigrazione in cui si chiede il rinnovo del permesso di lavoro. La sostanza non cambia.
  • I soliti centocinquanta dollari, perchè nonostante con questo sistema ci si metta dieci minuti, i soldi ve li chiedono lo stesso.

Personalmente ho approfittato di due settimane libere tra la fine del vecchio lavoro e l’inizio del nuovo per rientrare in Italia qualche giorno. Al ritorno, nonostante un viaggio allucinante infarcito di odiosi ragazzini finlandesi con cui stava per scattare la rissa a bordo, sono passato per l’ufficio immigrazione dell’aeroporto e in pochi minuti ho rinnovato il permesso. Ricordate che l’ufficio immigrazione dell’aeroporto è disponibile solo per chi arriva, quindi se non dovete prendere l’aereo fatevi un giro in Vermont (da Montreal centro è mezz’ora o poco più). Quando tornate, rinnovate il tutto.

Collegato al rinnovo del visto è quello di tutti i documenti collegati. La prima volta che vi hanno fatto il permesso di lavoro, vi avranno anche accompagnato a prendere un Social Insurance Number (SIN, il “codice fiscale” canadese, che va tenuto segreto) e una tessera dell’assicurazione sanitaria nazionale. Ebbene, è opportuno rinnovare tali documenti ora che avete un visto rinnovato, poichè entrambi avranno la data di scadenza del vostro vecchio permesso. Il SIN, contrariamente a quanto succede ai residenti permanenti e ai cittadini, va infatti rinnovato: i vostri amici canadesi si chiederanno perchè dovete andare a svolgere questa noiosa pratica, per loro infatti è una cosa che si fa una volta sola nella vita (a meno di furti d’identità). L’assicurazione sanitaria invece la rinnovano tutti anche se al momento non ricordo quale sia il periodo normale, forse cinque anni.

Ultimo argomento di oggi prima di lasciarvi, anche perchè il mal di testa incombe: si apre la stagione delle tasse! Il momento del triste dell’anno è alle porte, centinaia di dollari che se ne vanno in tasse e imposte varie. E’ davvero brutto, apri la cassetta della posta e dentro ci trovi prima questa bella busta azzurra dell’agenzia delle entrate del Québec. Poi passa qualche giorno e te ne arriva un’altra marrone con il simbolo della città di Montreal e come mittente “SERVIZI FISCALI”. Qualche giorno ancora e te ne arriva una bianca dell’ufficio delle imposte federale. Un bel trio!

Alcune note sparse sulle tasse, così per aiutare un po’ tutti:

  • Se avete un partner, anche in common law (ovvero in convivenza), e/o avete figli o anziani a carico, cominciate a pagare le tasse da una soglia minima più alta. Per intenderci, se siete da soli e non avete diritto ad alcun credito, cominciate a pagare le tasse da circa 14,000 dollari l’anno. Se invece avete diritto ai crediti addizionali, potreste cominciare anche dai 28,000. Fa una bella differenza. Faccio notare che il partner deve essere disoccupato per poter essere usato come credito fiscale, al contrario di figli e anziani a carico che devono semplicemente vivere con voi in maniera dimostrabile.
  • Se siete proprietari di un immobile, la tassa di proprietà vi arriva con una fattura unica ma fate attenzione, la prima metà scade il primo marzo, la seconda il primo maggio. Non dovete pagare tutto in un saldo unico.
  • La vostra banca e qualsiasi ente presso cui abbiate prodotto reddito vi manderà alcuni moduli T (T2, T3, T4, T5, ce ne sono molti, hanno ruoli diversi). Non gettateli assolutamente perchè vi serviranno per il conteggio delle tasse. Gettarli via e ignorarli farà di voi degli evasori fiscali nonchè delle sanguisughe. Inoltre qua gli evasori li prendono, quindi fossi in voi non lo farei.
  • Spero abbiate tenuto da parte tutte le ricevute dei trasporti pubblici. Ogni anno una percentuale di quelle ricevute può essere detratta dalle tasse. Quest’anno credo che sia il 21% del totale speso.
  • Se avete contribuito al vostro RRSP (fondo pensione), tutti i soldi versati andranno ad abbassare il vostro imponibile di quest’anno. Se avete soldi in più, è assolutamente prioritario massimizzare questo fondo, non solo per avere un futuro, ma per usufruire di forti sconti fiscali.
  • Non ricordo in che quantità (si vede che ho qualcuno che mi fa le tasse?) ma potete detrarre anche le ricevute per l’acquisto di farmaci da banco. Conservatele!
  • E’ necessario conservare la documentazione fiscale per sei anni. Oltre i sei anni qualsiasi rivalsa, vostra o governativa, decade.

Okay, il mal di testa avanza, non sto ancora molto bene quindi finisco i miei sproloqui di oggi salutando la gentile responsabile della sicurezza a bordo KLM che ha preso i nomi di questa masnada di teste di minc*a finlandesi per fare richiesta di blacklist.

Anno nuovo, vita nuova

gennaio 16, 2013

Salve a tutti!

Innanzitutto buon anno, auguro a tutti uno straordinario 2013, sperando che ci porti meno brutte notizie del 2012.

Come forse qualcuno avrà visto dalle conferenze stampa, la compagnia per cui lavoro ha annunciato una grande ristrutturazione aziendale, gergo corporativo ormai tristemente noto come equivalente a “licenziamenti di massa”. Non voglio addentrarmi particolarmente nell’argomento ma mi limito a citare ciò che è disponibile pubblicamente, ovvero che il team di sviluppo principale della compagnia verrà spostato a Raleigh, in Carolina del Nord (USA). A me è stato offerto di trasferirmi in questa bucolica parte degli Stati Uniti e io ho rifiutato. Ho comprato casa qui a Montreal, in pieno centro, figuriamoci se mi trasferisco ancora più lontano da casa in uno staterello in cui la game industry non è neanche molto presente.

Lascio quindi la megaditta per imbarcarmi in una nuova impresa tutta da determinare: sto facendo colloqui, sono sicuro che avrò nuove interessanti esperienze da scrivere tra poco. Sono stati sei anni interessanti e pieni di eventi che mi hanno portato al rilascio di tre interi prodotti. E’ un vero peccato non poter continuare questa esperienza con le persone con cui ho lavorato tutto questo tempo, ma è il momento di guardare al futuro e di non essere nostalgici.

Mi ritrovo in questo momento in una situazione piuttosto delicata per quanto riguarda l’immigrazione qui in Canada, posso discutere di queste regole più diffusamente in un altro post.

Sono immigrato qui in Canada con un permesso di residenza temporaneo legato al mio contratto di lavoro. Dopo avere lavorato per un anno qui in Quebec ho presentato una richiesta di residenza permanente che, realisticamente, dovrebbe completarsi positivamente all’incirca a Luglio. Il problema che ho in questo momento è che essendo un lavoratore qualificato ho ottenuto un permesso triennale che scade a Maggio 2013. Poichè è necessario avere un permesso di residenza valido per tutta la durata del processo di residenza permanente, devo accertarmi di ottenere un rinnovo prima che il vecchio scada o rischio di avere problemi in futuro. Ci tengo a sottolineare che è un rischio piuttosto paranoide, per qualche motivo le persone che finiscono nei pasticci per queste scadenze vengono sempre da “certi paesi” e non da altri, ma a me piace essere sempre in regola, perciò sono un po’ in ansia.

Vi terrò aggiornati su quello che succede :).

Saluti di oggi a tutto il clan [SC.BO] per il loro supporto e a mia sorella che finalmente si è comprata casa :D.

Investimenti immobiliari a Montreal – Parte Terza

dicembre 21, 2012

Salve a tutti,

In questi giorni sono rientrato in Italia per le feste ma poichè sono colpito dal jetlag in maniera veramente indegna, ne approfitto per completare il breve excursus su come fare investimenti immobiliari qui in Canada.

Abbiamo già parlato delle visite immobiliari, delle offerte e dei formalismi bancari. Oggi parleremo finalmente della finalizzazione dell’affare.

Innanzitutto una importante distinzione. Ciò che scrivo ha validità esclusivamente in Québec: il notaio infatti è una figura che non esiste nelle altre province del Canada. Non escludo che le regole nelle altre province siano simili, ma di certo non sono uguali, quindi non applicatele automaticamente a tutto il Paese!

Parliamo quindi del notaio. Come acquirenti, è d’uso che poichè le spese notarili saranno a nostro carico, saremo noi a scegliere il nostro notaio di fiducia. A carico del venditore invece saranno le spese riguardanti la mediazione immobiliare (che può oscillare, in totale, tra lo 0.5% e il 5% del valore dell’immobile, tipicamente è il 2-3%).

Su consiglio del mio sfavillante agente ho optato per una simpatica notaia di origine italiana che mi ha fatto anche un ottimo prezzo. Aspettatevi di spendere come minimo mille dollari di notaio, ma il prezzo esatto dipenderà completamente dal periodo dell’anno. Nonostante questo sembri piuttosto strano, è proprio così: la tariffa varia stagionalmente a seconda di quanto sono “occupati” i notai. Inoltre, a meno di non avere indicazioni precise, la variazione di prezzo tra i vari professionisti è piuttosto trascurabile.

Dal notaio, come acquirenti, ci si presenta con il libretto degli assegni e con l’importo totale del prezzo di acquisto consegnato come assegno certificato o assegno circolare. Spiegherò tra un attimo di che si tratta.

Come venditori invece, si porta il libretto degli assegni, tutte le copie delle chiavi ed eventuali documenti bancari per la contestuale estinzione del mutuo gravante sull’immobile nel caso in cui lo si voglia fare.

Vediamo con ordine che cosa sono tutti questi elementi. Il libretto degli assegni se lo devono portare tutti. Va pagato il notaio e soprattutto lo stesso farà i conti per determinare chi deve a chi quanto. Le tasse di proprietà degli immobili e le tasse scolastiche infatti vengono pagate a Marzo e a Giugno: ne consegue che a seconda del periodo dell’anno in cui si effettua l’acquisto ci si può trovare a dover rimborsare il venditore di una parte delle tasse versate. Sarà il notaio a occuparsi di questi conti presentandovi un prospetto completo di quanto già pagato e di quanti soldi sia necessario versare per equilibrare i conti.

Per il pagamento dell’immobile si possono usare due strumenti, l’assegno certificato e l’assegno circolare. L’assegno certificato è un assegno ordinario su cui la banca impone un timbro che ne certifica la disponibilità di fondi. E’ un mezzo utilizzato in genere da chi ha conti bancari VIP perchè è una operazione che in tal caso non ha costi. Il problema degli assegni certificati è che dopo un po’ di tempo scadono e quindi non sono usati spesso. L’assegno circolare è del tutto identico a quello che abbiamo in Italia: la banca stampa un proprio assegno, diverso da quelli ordinari, che vale quanto prestabilito. Questa operazione è meno costosa della certificazione dell’assegno (se non si ha un conto VIP) e non ha scadenza. Inoltre non ha alcun limite di importo (se vi fate di questi problemi, direi che non avete problemi di soldi, sono limiti molto alti).

Per ultimo, parliamo dell’estinzione contestuale del mutuo, un pericolo enorme che si può correre qui in Canada. In Italia siamo abituati al fatto che quando si ha un mutuo, si può andare in banca in qualsiasi momento e chiuderlo semplicemente versando quanto manca. In Canada NON è così. La stragrande maggioranza dei mutui infatti usa la cosiddetta formula “chiusa”, che ha più vincoli ma ha tassi di interesse molto vantaggiosi (diciamo tra il 3% e il 3,5%). La formula “aperta”, più cara (tassi dal 4,5% in su) è molto poco usata, alcune banche non la offrono neanche.

Nella formula chiusa, vengono dati strumenti per il pagamento accelerato del mutuo, ovvero la possibilità di pagare fino al doppio una qualsiasi rata (anche tutte!) e la possibilità, ogni anno, di pagare il 10% secco del capitale restante. In entrambi i casi tutti i soldi versati in più vanno a ridurre direttamente il debito, quindi tutte le formule addizionali vi portano a risparmiare un bel po’ sugli interessi da versare in futuro.

Se però si vuole estinguere il mutuo, c’è una clausoletta, apparentemente innocente, che cita più o meno così: “penalità per l’estinzione anticipata: 6 mesi”. Che cosa significa?

Significa che la cara banca vi permetterà ovviamente di darle dei soldi per chiudere il mutuo ma prima vi chiederà il pagamento, non solo di alcune penali amministrative, ma anche di 6 mesi di interesse calcolati sull’intero capitale restante. Nonostante i tassi di interesse qui siano alquanto civili, pensateci due volte prima di estinguere un mutuo pagando la penale, si arriva facilmente ad alcune decine di migliaia di dollari!

Una via d’uscita a questa potenziale bastonata c’è: se per caso state estinguendo il mutuo sulla proprietà per comprarne un’altra e non volete cambiare banca, tipicamente l’istituto sarà tranquillamente disposto a non penalizzarvi e “spostare” il mutuo sulla nuova proprietà.

Ora che sappiamo tutto, vediamo un po’ l’incontro col notaio. Non so come sia per voi, ma per me questo momento è sempre stato associato con gente seria, atmosfera formale, pacatezza, silenzio, meticolosa e pedissequa attenzione ai dettagli, penne stilografiche, carta bollata, timbri.

Ovviamente qui siamo in Québec e ci piace divertirci, quindi il notaio non è un momento lugubre. Gli affari si svolgono in non più di mezz’ora, col notaio che vi presentarà alcuni fogli stampati con tutti i prospetti e brevemente leggerà le parti salienti del contratto di vendita (tipicamente due paginette scarne). L’acquirente consegna gli assegni, il notaio li riceve per versarli sul suo conto di garanzia rigorosamente separato dal suo personale e il venditore vi consegna le chiavi.

Un paio di firme, una stretta di mano e finisce così, potete andare a festeggiare nella vostra nuova casa!

E’ stato facile? 🙂

Saluti di oggi a tutti gli amici lasciati a Montreal per la natale, a Cake per il Casse-Noisette, tutta SC.BO riunita e, inevitabilmente, i Fonzies <3.

La Scientifica Inquisizione

ottobre 26, 2012

Salve a tutti!

Come promesso, oggi parliamo della discussa sentenza del tribunale di L’Aquila che condanna a sei anni di reclusione, nonchè perpetua interdizione dai pubblici uffici, alcuni componenti della Commissione Grandi Rischi.

Ciò che vorrei commentare oggi è la reazione sensazionalistica e spropositata che si può leggere sui siti di notizie di praticamente qualsiasi Paese. La notizia infatti è così presentata, anche qui in Canada: “In Italia vengono condannati alla galera alcuni scienziati perchè non sono stati capaci di prevedere un terremoto”, sottintendo ovviamente che il nostro è un Paese di oscurantisti e idioti che condanna alla forcaun gruppo di sismologi per non avere predetto l’impredicibile.

Finchè questa fastasiosa interpretazione fosse stata presentata solo dalla stampa estera, avrei potuto accettarlo. Grazie ad anni di ridicoli exploit di S.B. e dei suoi mediocrissimi colleghi, non sono sorpreso che la nostra reputazione internazionale sia scadente.

Ciò che però mi infastidisce davvero è che questo tipo di interpretazione è stata ampiamente presentata anche dalle testate nazionali, relegando versioni più corrette solo a pochi e specifici blog.

Lo chiarisco subito: gli imputati non sono stati condannati perchè non sono stati capaci di prevedere l’impredicibile, nè il processo è stato in alcun modo vertente sulla predicibilità dell’impredicibile. Ne consegue quindi innanzitutto che tutti quei fiumi di parole scritti sui malvagi giudici che si sostituiscono alla scienza costituiscono un’analisi superficiale, sciocca ed errata.

Legittima è la domanda: ma se non hanno parlato del terremoto, allora questo processo su cosa verteva? Ebbene, la parola chiave del dibattimento è stata “comunicazione”.

La parte lesa infatti, i rappresentanti delle vittime, si appella a un principio semplicissimo, quello della responsabilità del pubblico ufficiale verso il cittadino. Agli imputati vengono chieste due cose: contribuire, con la loro competenza professionale assolutamente indiscussa, alla prevenzione e alla gestione delle emergenze e comunicare alla popolazione eventuali rischi.

La questione in diritto quindi non prende neanche in considerazione l’assurda pretesa di punire qualcuno perchè non ha eseguito un’azione impossibile (prevedere l’impredicibile), bensì di valutare se il comportamento del pubblico ufficiale sia stato negligente. Un semplice parallelo tristemente più quotidiano: si tratta dello stesso tipo di valutazione che viene effettuato nei casi di Malasanità in cui magari l’operato stretto dei medici è stato adeguato (quindi la competenza professionale in quanto tale non viene messa in discussione), ma a causa di procedure inefficienti o tardive sono stati causati dei danni.

Vediamo dunque il caso di specie: gli imputati vengono condannati per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Una prima interpretazione goffa di questo verdetto (di cui ancora tra l’altro non si conoscono le motivazioni, ma parlerò di questo successivamente) porta alla conclusione sensazionalistica di cui abbiamo già parlato.

Se seguiamo però la vicenda opportunamente, si scopre la reale complessità del problema: agli imputati viene contestata l’assoluta mancanza di informazione verso la popolazione, condita con un atteggiamento facilone e quasi scherzoso (non so se vi ricordate il “bicchiere di vino”). E’ chiaro che non si può evacuare una intera regione a ogni sciame sismico, la zona infatti è molto sismica e secondo i dati storici, meno del 5% degli sciami sismici sfocia in un terremoto di qualche entità. E’ altrettanto rispettabile l’opinione che sostiene che se non c’erano indicatori di allarme, la Commissione ha ritenuto di non condividere alcuna informazione col pubblico.

E’ qui però che si raggiunge il nodo centrale dell’intero processo. La parte lesa, anch’essa confermando la validità della scienza sismologica e non volendo neanche entrare nel merito della predizione statistica dei terremoti, ha lamentato che, non avendo la Commissione ritenuto opportuno di condividere con la popolazione la loro analisi, minimizzando il rischio (che pure era maggiore di zero effettivamente, lo sciame c’era) e comportandosi sostanzialmente in maniera irresponsabile, gli imputati hanno causato direttamente la morte delle vittime poichè non hanno fornito gli elementi per giudicare opportunamente la situazione.

Questo è il reale punto accolto dalla corte, che nulla ha a che fare con quella ridicola caccia alla strega che i giornali stanno dipingendo. Fin qui personalmente tutto mi è limpido, ma ciò che non quadra secondo il mio modestissimo parere è il fondamento giuridico sul quale si basa la condanna.

Il nostro ordinamento giuridico si basa infatti su un principio molto semplice: l’imputato è condannato se si è dimostrata la colpa oltre ogni ragionevole dubbio. La colpa è inoltre definita come un’azione (o inazione) che ha causato direttamente un danno.

Vediamo la prima parte, il ragionevole dubbio. Accolta la teoria della parte lesa, si sostiene quindi che la mancanza di comunicazione abbia causato una sorta di interferenza nel senso critico delle vittime che hanno quindi deciso, invece di lasciare la città, di rimanere a casa, con le tristi conseguenze del caso (le condoglianze più sentite a tutti i colpiti, abbiamo avuto il nostro terremoto anche noi in Emilia). Sono personalmente molto scettico riguardo la possibilità di dimostrare in maniera limpida e “oltre ogni ragionevole dubbio” che il signor Mario Rossi, se avesse sentito un messaggio alla radio descrivente la remota possibilità (dico remota perchè così era considerata) di un sisma, avrebbe modificato il proprio comportamento. Forse si, o magari no, chi può dirlo? Posso essere daccordo sul fatto che possa essere stata negligente la condotta di chi ha minimizzato con faciloneria, non è così che si comunica con la popolazione, ma tra qui e stabilire un nesso di causalità tra il mancato annuncio e la morte di qualcuno c’è un mare enorme.

Seconda parte, l’azione o inazione che ha causato il danno. Qual è la relazione esatta tra la mancata comunicazione e l’omicidio? E’ stato l’invito a bersi un bicchiere di vino, oppure cosa? Tutti gli imputati sono condannati alla stessa pena per gli stessi reati, sono quindi tutti quanti equamente responsabili nella vicenda. In che modo precisamente? Non mi sembra per nulla chiaro non solo il preciso nesso ma anche come sia possibile che il ruolo di tutti sia del tutto paritario. Giuridicamente, è una tesi incredibilmente debole.

Insomma, siamo di fronte a un altro bel drammone italiano, di quelli di Ustichiana memoria, praticamente, al momento non si può fare altro che attendere le motivazioni della sentenza, che chiariranno quanto meno le tesi giuridiche accolte dal giudice, ma di sicuro la vicenda non si chiude qui. Le basi della condanna mi sembrano alquanto labili perciò aspettiamoci senz’altro un appello e probabilmente alla fine si arriverà in Cassazione. Il circo mediatico continuerà a trasformare il tutto in una bolgia variopinta di titoli polemici inneggianti all’Inquisizione.

Infine, grazie a questo pasticcio, il Paese subirà un grave danno. Se voi foste un accademico, di qualsivoglia natura e professionalità, visti i precedenti, accettereste di fare parte di un organo governativo? Ho il sospetto di no.

Saluti di oggi a tutti i terremotati, di ogni terra e di ogni luogo.

 

Paperblog!

ottobre 26, 2012

Salve a tutti,

Mi ha contattato ormati svariate settimane fa un sito aggregatore di blog, tal it.paperblog.com. Dopo non so quanto tempo mi sono finalmente ricordato di completare l’iscrizione che richiede di scrivere un post con precisamente questo testo:

Convalido l’iscrizione a Paperblog sotto lo pseudonimo di ninja

Ho rimosso l’Oslo dallo username perchè non mi sembra che sia più granchè valido :).

Giusto per dare qualche novità, si, sto già preparando il mio post sulla sentenza di L’Aquila (e figuriamoci, direte voi). Quindi si, prossimo post, pappone politico :D.

Saluti di oggi a nessuno, sostanzialmente.

Strane Galanterie

ottobre 18, 2012

Salve a tutti!

Oggi condivido con voi un fatto che mi è capitato di recente, spero diverta voi quando ha sbalordito me.

Comincio con una nota triste, il mio migliore amico Raifu qui all’estero ritorna nella sua terra natia, la Norvegia, insieme alla sua promessa sposa giapponese. Ha fatto una bella esperienza qui in Canada, per tre anni, ma adesso considera questo capitolo della sua vita chiuso, è tempo di mettere su famiglia e la Norvegia gli concede un margine di sicurezza migliore, lo capisco.

Prima di partire, questo mio amico ha organizzato un party in uno dei mille pub irlandesi del centro. E’ una cosa a cui normalmente non penso, ma Montreal ha subito una immigrazione irlandese molto estesa, ne consegue che è piena di pub. Il caro Raifu è un tizio sui generis: quando il gestore del locale ha voluto sapere quanti ospiti attendesse, gli ha risposto “Mah, non so, potremmo essere tra i dieci e i cento”. La risposta ovviamente è stata “Mi sembra un po’ vago…”.

Risultato: in teoria dovevamo avere tutto per noi il secondo piano del locale, nei fatti dopo circa un’ora e mezza era già pieno così di gente che con noi non c’entrava nulla. Di buono c’è almeno che sono venute ben più di dieci persone, perciò è stata una bella festa…

…finchè non è arrivato Orso.

Orso, tipo piuttosto originale che da un giorno all’altra ha deciso di andarsene dalla megaditta per lavorare per i giapponesi, è un personaggio alquanto inusuale. Programmatore da molti anni, sa parlare solo di due cose: quanto lavori troppo e quanto faccia schifo ciò su cui lavorava prima. Essendo lui appena uscito dalla megaditta, purtroppo tocca a noi essere oggetto delle sue frustrazioni. Se a questo aggiungiamo una imponente statura unita a un massiccio diametro, un occhio pigro che mentre ti parla va per i fatti suoi, un odore corporeo non proprio straordinario e un livello di sudorazione “interessante”, avete di fronte a voi l’interlocutore perfetto per una festa di addio.

Quando è arrivato si era chiaramente già fatto un paio di birre, era più allegro del solito: chiacchierava, scherzava, parlava del più e del meno risparmiandoci le solite solfe. Si è perfino messo in un angolo a condividere con alcuni ex-colleghi le ultime meraviglie della tecnologia (fenomeno sociale altrimenti noto come nerdgasm, per gli anglofoni, in italiano lo tradurrei “sfigasmo”). Io nel frattempo mi tenevo il più lontano possibile.

Purtroppo le mie abilità di schivata non sono state sufficienti. Quando Raifu è andato in mezzo al party per parlare con tutti, mi è toccato l’Orso addosso. La scena è stata epica, fortunatamente non ci ha sentiti nessuno.

Io mi guardavo attorno, nervosamente, cercando di non dargli peso. Più in là vedo la ragazza di Raifu con le sue amiche giapponesi, si fanno delle foto e chiacchierano. Sberla, leggendario ingegnere che sta per partire per San Francisco, è lì che ascolta un paio di ragazzini che vorrebbero diventare programmatori. In un angolo, Pignolone cerca di parlare con dei giapponesi, purtroppo non sa la lingua quanto pensa di saperla col risultato che tutti ridono. Forse avrà detto “cincin”, chissà?

Orso si avvicina, con una birra in mano. Probabilmente è la quarta o quinta della serata per lui. E’ ancora a un livello di odore accettabile. Mi sorride e apre la conversazione.

“Credi anche tu che siano tutti uguali, vero?”

Lo guardo, alzo un sopracciglio, non ho davvero capito a che cosa si riferisca.

“…Eh?”

“Massì i giapponesi, son tutti uguali vero, io ci lavoro tutti i giorni!”

Sono rimasto piuttosto allibito di fronte all’affermazione dozzinale, perciò non ho potuto fare altro che una faccia sgomenta e sorpresa.

“Che cosa?!”

Vista la mia reazione, Orso capisce di avere detto qualche cosa di fuori luogo. E’ il momento di dare fondo al miglior bon ton e rimediare a questa bruttissima figuraccia.

“Scusa, scusa” – mi dice, alzando le mani – “pensavo che tu fossi razzista!”

Ben fatto, Orso, adesso sì che hai rimediato al primo pasticcio! Non sapevo se ridere, incavolarmi, chiedere spiegazioni o mandarlo a quel paese. Ho pensato che tutto sommato non valeva pena fare questioni per una cosa del genere, perciò mi sono semplicemente girato allontandomi: “Credo che me ne andrò, adesso”.

Per qualche motivo, non mi ha più parlato quella sera. Non ho pianto per la perdita.

Saluti di oggi a mia sorella che forse ha trovato casa :D.

La valanga enigmatica del 2012

ottobre 11, 2012

Salve a tutti!

E’ successa una cosa che mi infastidisce alquanto ovvero non avere alcun post per Settembre 2012. Purtroppo sono stato alquanto occupato in questo periodo perciò non ho avuto davvero la forza, la voglia e il tempo per scrivere qualcosa qui. Come ben noto, scrivo un post soltanto se ritengo di avere qualcosa di significativo da condividere con qualcuno, non mi metto di certo a parlare di quisquilie irrilevanti.

Bando alle ciance quindi, è ottobre, è un po’ che non scrivo e ne consegue che, come da improvvisa tradizione appena stabilita, oggi vi sorbite il post in pillole. Lo preannuncio, il livello di cripticità di alcuni paragrafi è elevatissimo. Se mi conoscete molto bene o siete estremamente astuti, riuscirete a permeare l’elaborata cifratura. In alternativa, siete mia madre e quindi mi assillerete in cerca di spiegazioni con domande del genere “ma cosa significa quando sul blog hai scrittoooo”.

Tagli & Certezze: La gloriosa mega ditta annuncia che The Secret World (http://www.thesecretworld.com/) ha venduto ampiamente al di sotto delle aspettative presentate agli investitori e come risultato ha operato dei tagli sostanziali al personale. Per la gioia collettiva, compresa quella del sottoscritto, non rientro nei tagli ma i team tecnologici sono stati leggermente accentrati verso la mia persona. E’ una prospettiva stimolante, almeno per il momento. Come annunciato già ufficialmente, confermo che abbiamo in lavorazione un gioco basato sulle LEGO Minifigures. Ci sarebbe moltissimo da scrivere su The Secret World ma mi permetto di dire una sola cosa: è un buon gioco, dategli una chance, provatelo. C’è una trial, dategli una occhiata. Non mi aspetto che piaccia a tutti, ma se c’è una cosa che abbiamo visto, dati alla mano, è che se ti piace, ti piace TANTO.

La casa: Ho finalizzato finalmente l’acquisto dell’appartamento qui a Montreal, tra poco scriverò un ultimo articolo su come funziona l’acquisto di un immobile qui a Montreal. E’ tutto sommato facile, specie la parte dal notaio. In Italia andare dal notaio è una formalità noiosa e burocratica. Qui in Quebec la gente si presenta vestita per andare al mare e va in spiaggia a Playa Oka (la spiaggia dei megatamarri) subito dopo avere firmato. Bellissimo.

Progetti (1): Voglio parlare più diffusamente di questo, ma come qualcuno sa è da molti anni che mi occupo di un gioco di ruolo online, VK.NET. E’ un gioco fantasy, testuale, che imita in tutto e per tutto il gioco di ruolo intorno a un tavolo con gli amici. L’ambientazione fantasy di questo mondo, Valiant Knights, è stata sviluppata nel corso degli anni ma non è mai stata ben razionalizzata. Ho deciso finalmente di intraprendere questo lavoro di revisione per produrre una versione finale, possibilmente sia in inglese che in italiano, illustrata. Nella mia testa mi piacerebbe riuscire a farci due soldi con cui riprendere tutte le spese sostenute per la manutenzione di VK.NET e, sempre idealmente, pagare la fantastica Serena per le illustrazioni che fa. Preferibilmente la seconda cosa per prima, a essere sincero. Grazie Serena, sei bravissima e ti vogliamo tutti bene <3.

Progetti (2): Sempre nel contesto di VK.NET, devo rifare da zero il sito e ho bisogno di uno webmaster. I bisogni sono minimi ma io non ho granchè tempo e non sono molto bravo coi siti web, quanto meno per la parte grafica. Se c’è qualcuno che ha tempo e disponibilità, mi contatti e possiamo metterci daccordo.

Progetti (3): Sempre nel contesto di VK.NET, ho cominciato a dare forma alla seconda ambientazione che sto scrivendo, Valiant Stars, la versione fantascientifica di Valiant Knights. Voglio parlare più diffusamente di questo in un altro momento, ma per questo progetto, che è molto di lungo termine, voglio sperimentare un po’. Al momento ho scritto il primo capitolo del piccolo romanzo introduttivo all’ambientazione, in inglese. Non sono sicuro di dove mi porterà, ma voglio vedere come riesco a gestire un obiettivo del genere. E’ piuttosto eccitante! Ho alcuni amici fidati madre lingua che mi aiutano per il proofreading ovviamente.

Fuffa: Non supporterò più il blog di cucina, gustoninja. Non ho tempo nè voglia di starci dietro, ho altre priorità.

Italia: MILANO – Ermenegildo Rubacchioni del Partito Liberale dei Socialisti Democattolici Repubblicani Italiano (PLSDRI) è sotto indagine per avere rubato la modica cifra di settecentomila euro durante l’esercizio delle sue funzioni di Podestà di Grangigionza, provincia di Sgraffignino Milanese. L’arresto dell’on. Rubacchioni ha scandalizzato parenti, elettori e cittadini, poichè nota era l’integrità dell’individuo, politico di professione e simbolo di una classe incorrutibile, incorrotta e di grande respiro civico. “Rimaniamo senza parole,” ha commentato il sindaco Sarchiaponi di Grangigionza, “Ermenegildo era uno di noi, partecipava come tutti alle riunioni del PLSDRI e praticava l’arte politica come tutti noi. Ci troviamo senz’altro di fronte al solito caso di giustizia forcaiola che cerca di estirpare quel poco di buono che è rimasto nella nostra società.”. Ieri sera una fiaccolata di solidarietà è stata organizzata dal Partito Italiano Repubblicano Liberale Ateo. L’intervento di alcuni facinorosi dei Black Block che, armati di passeggini e striscioni, cercavano di aggredire proditoriamente i volontari è stato prontamente soffocato dalle forze dell’ordine. Così commenta John, turista americano a Grangigionza: “Ah, c’è qualcuni corrotto in Italy? Me io pensavo che era normali”.

Arcana: Cat ti odio certe volte, te lo volevo dire.

Andando a chiudere, alcune persone importanti a cui dare ringraziamenti e congratulazioni. Innanzitutto, vorrei ringraziare mia sorella per essere stata due mesi a casa mia qui a Montreal, pur tra altri e bassi INCREDIBILI. Per me è stato veramente difficile riuscire a barcamenarmi tra le nostre differenze (che sono tantissime) e mi fa piacere che alla fine non ci siamo neanche scannati tanto. Altri ringraziamenti in famiglia vanno ai miei che si sono sorbiti il sottoscritto per dieci giorni e mi hanno aiutato a sistemare la casa (tra l’altro con grande supporto economico, le tasse sul trasferimento di proprietà sono veramente alte…) qua a Montreal.

Infine, rush finale: Mimistofele si sposa, Flauto sarà padre e ancora non ci si crede, quel traditore di Raifu mi abbandona e torna in Norvegia, [SC.BO] regna, Fanz diventerà miliardario ma ancora non lo sa e per concludere, l’equazione impossibile:

Fox + Candy = Cake + Fun

Studio libero!